Il nostro Paese è decisamente in emergenza siccità: lo denuncia Coldiretti (qui il sito) che dichiara che due terzi del nostro territorio sono a secco, Nord e Sud di tutto lo Stivale. Le perdite calcolate sono di oltre due miliardi di euro e per gli agricoltori è sempre più difficile poter sopperire con l’irrigazione di soccorso, anche perché persino grandi laghi e grandi fiumi sono in sofferenza.
Dagli ortaggi alla frutta, dal mais al frumento ai foraggi per gi animali da allevamento che non producono più latte, la produzione è in netto calo e ben dieci delle nostre Regioni sono pronte chiedere lo stato di calamità a causa della mancanza di acqua.
Coldiretti evidenzia nella sua analisi che il Lago di Garda (il lago italiano più grande ed esteso) è appena a circa il 34% del riempimento del volume, mentre il livello del Po, rilevato al Ponte della Becca a Pavia, è circa 3 metri sotto lo zero idrometrico. Proprio la situazione del più grande fiume italiano è rappresentativa della situazione idrica sul nostro territorio.
Evidenziamo che la richiesta di stato di calamità prevede, per le aziende agricole, la sospensione delle rate dei mutui, il blocco dei pagamenti dei contributi e l’accesso al Fondo per il recupero dei danni.
Ogni Regione, dicevamo, ha il suo danno da recuperare, e alcune colture caratteristiche soffriranno molto. Sempre Coldiretti informa che, oltre alle generali perdite produttive di mais, frumento, erba da fieno e calo di produzione del latte a causa delle alte temperature, si registrano timori per la raccolta di uva, frutta e nocciole in Piemonte, per la raccolta del basilico in Liguria.
E ancora in Emilia Romagna problemi per i pomodori da industria, in Marche, Toscana e Umbria situazione difficile sia per il mais che per il girasole e produzione di miele. Nel Lazio a essere critica è la produzione di ortaggi, meloni e angurie, in Molise soffrono agrumeti e olive. La Campania ha chiesto direttamente lo stato di calamità naturale poiché i danni – si stima – potrebbero ammontare a circa 200 milioni di euro. Lo stesso importo che lamenta l’Abruzzo nella sola Marsica, per perdite legate alla produzione agricola, all’olivicoltura e agli allevamenti.
Naturalmente la Calabria soffre, come la Basilicata, per i danni alle colture di frutta ma ancora di più per le difficoltà con gli ulivi e le viti.
In Sicilia, penando ancora di più perché in alcune zone la rete idrica è un vero colabrodo, ci sono problemi con gli agrumeti, mentre in Sardegna oltre 4.000 aziende sono rimaste senz’acqua a causa della siccità.