La Scuola Open Source

Qualche giorno fa abbiamo dato notizia della proclamazione dei tre progetti vincitori della terza edizione di CheFare, il bando nazionale che promuove nuove pratiche di produzione culturale e di innovazione sociale.

Vorremmo oggi approfondire le caratteristiche del progetto Scuola Open Source di Bari.

Come si legge nel sito CheFare il soggetto promotore è FF3300. “Nasce come rivista indipendente, bilingue e gratuita, nel 2006. Nel 2008 diventa studio di design, con sede a Bari, grazie a “Principi Attivi”, bando della Regione Puglia. Da allora lo studio lavora a progetti prevalentemente nel campo della comunicazione istituzionale, politica e culturale. I tre soci insegnano e tengono laboratori in varie università italiane. Nel 2013 organizza “X–Una variabile in cerca d’identità”, laboratorio di ricerca e co-progettazione, nel Castello baronale di Castrignano de’ Greci (Lecce). Nel 2014 organizza XYLAB, nello stesso luogo, raddoppiando i numeri dell’esperienza dell’anno precedente, con circa 30 docenti e oltre 60 studenti (partecipanti a titolo gratuito) da tutto il mondo. I laboratori realizzati grazie a “Laboratori dal basso”, una policy di ARTI e Bollenti Spiriti. Nel 2015 è curatrice del “Festival dell’Innovazione” organizzato da Regione Puglia e ARTI – Agenzia Regionale Tecnologia e Innovazione – a Bari”.

La giuria del concorso ha decretato che Scuola Open Source è «una proposta solida, coraggiosa, visionaria, ed è espressione di molte anime e competenze che possono dare una spinta importante all’evoluzione di un territorio difficile. Attiva e integra reti locali e reti internazionali, la componente di ricerca e quella di impresa, di educazione e formazione, e di coesione sociale, mantenendo un focus forte sull’apprendimento. È proiettata nel futuro, con solide radici nel territorio e nel saper fare».

Abbiamo analizzato il sito del progetto prendendoci la libertà di selezionare “arbitrariamente” alcune sezioni in grado di restituire motivazioni, complessità e articolazione di questa esperienza visionaria e ambiziosa, ma allo stesso tempo concreta e autenticamente sociale.

 

Siamo una comunità: artigiani digitali, maker, artisti, designer, programmatori, pirati, progettisti, sognatori e innovatori. Agiamo assieme, sperimentando nuovi modelli e pratiche di ricerca, didattica, mentoring e co-living. Ci occupiamo di ricerca per il pubblico e il privato, didattica per ragazzi, adulti, inoccupati, professionisti, pensionati o manager; sviluppiamo prodotti, servizi, tecnologia e capitale umano, attraverso progetti d’innovazione sociale e tecnologica.  

Accogliamo persone, idee e progetti per condividere spazio, conoscenza e valori; questo genera osmosi di esperienze e competenze, aumentando il valore dei singoli attori che prendono parte al processo.

Scuola Open Source significa uno spazio dedicato all’innovazione, sociale e tecnologica, dove svolgere didattica e ricerca, follow-up del laboratorio di ricerca e coprogettazione XYLAB (nato nell’ambito dell’iniziativa Laboratori dal Basso promossa dalla Regione Puglia); un hackerspace, luogo in cui persone con interessi comuni nei campi dell’artigianato, tecnologia, scienza, arti visuali e poetiche, editoria, robotica, domotica, biologia ed elettronica e non solo, possano incontrarsi, socializzare e/o collaborare; un centro di promozione del riuso in cui effettueremo un servizio di raccolta per oggetti con tecnologia obsoleta al fine di promuoverne un riuso intelligente; un FabLab: una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale, dotato di una serie di strumenti di prototipazione (stampa 3d, taglio laser, etc.).

Utilizzeremo la metodologia didattica di XYLAB, in cui i partecipanti lavorano assieme ai docenti e ai tutor su progetti di ricerca, condividendo conoscenza e competenze, per rendere più efficienti segmenti produttivi già esistenti, abbassando i costi di produzione, stimolando l’autoproduzione come forma di auto-imprenditorialità e sviluppando capacità progettuali ibride, frutto della contaminazione fra diverse professioni.

Questo genera nuove opportunità.

La Scuola sarà una sorta di “Istituto Didattico, Centro di Ricerca e Consulenza Artistica e Tecnologica, per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato (digitale e non)” – Parafrasando Gropius.

I modelli di riferimento che sfidiamo, in termini di immaginario, sono la mitica scuola Bauhaus, la fabbrica di Adriano Olivetti e la comunità di Roycroft.

Il nostro sito web è www.lascuolaopensource.xyz

Attraverso il form: puoi accedere a un menu dal quale puoi indicarci il tuo interesse a imparare o insegnare qualcosa, a lavorare a un progetto di ricerca, a partecipare alla co–progettazione della scuola, a investire o donare.

I Principali campi in cui opera il Progetto sono:

  1. didattica
  2. fabbing
  3. cooperazione

“La Scuola Open Source” per noi significa uno spazio di ricerca, formazione e co-progettazione aperto a tutti 24 ore al giorno, dove ciascun partecipante, che ha accesso allo spazio tramite tesseramento, si impegna con un gentlemen’s agreement (un atto con il quale ciascuno aderisce ai principi che ispirano il luogo) a preservarlo, mantenerlo accessibile e in funzione, e se possibile, migliorarlo. Si coabita e si condivide il luogo con gruppi formali e informali, animandolo con idee, eventi e progetti. La Scuola stessa, al suo incipit, sarà oggetto un apposito laboratorio di ricerca e coprogettazione: XYZ, che affronterà il tema progettuale della Scuola Open Source, su tre assi: l’identità (X), lo spazio (Y), i processi (Z).

La Scuola sottoscrive con eventuali spinoff (o startup), nati nello spazio, un contratto etico chiedendo loro di restare nello spazio e sviluppare lì il proprio progetto d’impresa (non vogliamo altro).

La Scuola è finalizzata alla produzione, distribuzione e fruizione della cultura dell’innovazione (tecnologica e sociale) in modalità Open Source: oltre a stimolare la nascita di spinoff e progetti di ricerca e a offrire uno spazio di co-living e co-working in cui poter fruire delle esternalità positive delle attività che promuove, organizza corsi di formazione modulati in base ai diversi target ai quali si rivolge (ragazzi, studenti, ricercatori, professionisti, manager, curiosi, decisori e politici):

  • moduli ottenuti da progetti di ricerca interna/propria, gratuiti con numero chiuso e selezione su CV e portfolio, si svolgono in loco: durano 15 giorni, ci si iscrive online.
  • moduli generalisti per tutti, di breve durata, senza numero chiuso: hanno un fee di accesso, si svolgono in loco e vengono distribuiti anche su web, ci si iscrive online.
  • moduli ad hoc per amministratori, politici e manager, sessioni intensive, numero chiuso/posti limitati: hanno un fee di accesso, si svolgono in loco, ci si iscrive online.

Gli asset tematici della ricerca durante il primo anno saranno:

  • Futuro prossimo dell’informazione
  • Futuro prossimo dell’automazione
  • Futuro prossimo delle comunità

Le commesse per progetti di ricerca vengono divise in moduli didattici, il lavoro è svolto da docenti, tutor e studenti, in modalità cooperativa.

La didattica sarà connessa alla ricerca, permettendoci di utilizzare argomenti e docenti coinvolti nei progetti di ricerca per lo sviluppo di moduli didattici, aumentando così l’efficacia degli stessi progetti, riducendone l’impatto economico complessivo. Questo format, connesso alle altre attività (coliving e spinoff) genera un contesto virtuoso dove far gemmare specializzazioni, costruire una comunità solidale, e condividere conoscenza e cultura dell’innovazione, aumentandone la quantità in circolo. Se la Scuola è Open Source significa che rilasceremo “il sorgente”, la coprogetteremo assieme a chi ci vorrà aiutare, la costruiremo con la comunità che l’abiterà. Se è vero che “non esiste una ricetta”, possiamo però costruire un archivio di buone pratiche e format, che possa essere utile e d’ispirazione ad altri. (Con un bel sistema di versioning).  Non miriamo a aprire altre scuole, ma se qualcuno lo facesse, secondo una logica Open Source, sarebbe nostro obiettivo metterle in relazione tra di loro, generando così un valore aggiunto esponenziale.

Commissionare progetti di ricerca spaventa gli imprenditori meridionali (che hanno la scolarizzazione più bassa nell’UE) perché spesso sono progetti costosi e che non producono un ritorno reale nel breve termine. La nostra idea è collegare ricerca e didattica, rendendole interdipendenti. I progetti di ricerca, trasformati in moduli didattici, sono svolti in sessioni di co-progettazione tra docenti, tutor e studenti. Allo stesso tempo chi commissiona i progetti di ricerca accede, a prezzi vantaggiosi, a servizi inediti sul mercato. Questo match vede tutti vincitori (e genera un ritorno economico superiore a quello ottenibile con un’impostazione classica del rapporto didattica/ricerca): l’impresa, gli studenti, i docenti, la scuola e la collettività (Open Source). A sua volta, la didattica potrà erogare sul mercato formazione inerente temi, argomenti e tecnologie legati alla ricerca. Il progetto, secondo le stime allegate, sarà autosufficiente economicamente entro i primi 12 mesi di attività.

Il progetto garantisce per sua stessa natura l’equità economica, in quanto le competenze saranno complementari e sinergiche. A tutti sarà applicato la stessa tipologia di regolare contratto (a tempo determinato) per valutare reciprocamente, a seconda della durata del contratto, convergenze di visione, effettiva aderenza dei profili ai fabbisogni, verifiche sui carichi di lavoro, capacità di svolgere attività in gruppo. La previsione è di impiegare almeno quattro persone con i seguenti ruoli: segreteria organizzativa, coordinamento didattica, coordinamento ricerca e spinoff, amministrazione e project financing. Profili diversi ma che lavoreranno in parallelo intrecciando punti di vista e competenze, rafforzando così efficacia ed efficienza.

Forniamo spazi di aggregazione operativa attorno a tematiche contemporanee capaci di guidare giovani verso lo sviluppo di competenze pregiate altamente richieste dal mercato del lavoro. La continuità dell’offerta didattica costruisce nel tempo una nuova consapevolezza sociale e culturale. L’attività di ricerca permette di aumentare la competitività delle aziende del territorio che entrano in relazione con il progetto, portando talenti e professionisti in Puglia e facilitando la cooperazione tra di loro, generando un’osmosi di competenze e visione. La promozione di software e hardware Open Source, la condivisione delle informazioni secondo logiche di apertura, all’interno dello spazio, garantiranno massima diffusione e trasmissione del sapere. L’accesso a tutto ciò è garantito a ogni livello, permettendo così, ad esempio, a chi ha un talento manuale di poterlo esaltare nell’artigianato digitale e a chi ha competenze informatiche di applicarle all’innovazione di prodotto e processo.

Premesso che “l’innovazione è sempre sociale, altrimenti è speculazione sull’ignoranza degli altri” e che “la conoscenza è magica, se la condividi aumenta”, crediamo nel potere delle idee, nel metodo e nella cultura, per questo ci orientiamo verso soluzioni differenti da brevetti e copyright. Diffondiamo la cultura dell’Open Source e della condivisione della conoscenza. I progetti sviluppati all’interno dello spazio, così come i corsi e i moduli didattici, genereranno strumenti Open Source e programmabili. Inoltre creeremo tutorial, presentazioni e video (da distribuire sotto licenze creative commons), per diffondere in rete i nostri contenuti, in una strategia che mira sia a diffondere quanto più possibile i contenuti culturali (e tecnici), sia ad affermare l’auctoritas del progetto stesso in materia d’innovazione sociale e tecnologica.

Published by
Valerio Roberto Cavallucci