Per l’Istat l’Italia si conferma maglia nera per quanto riguarda la lettura. Sullo stesso filone dei dati negativi del 2014 anche il 2015 si chiude con un quasi 60% del totale della popolazione che durante i dodici mesi non ha letto neanche un libro.
La fascia d’età in cui si legge di più è quella giovanile, compresa tra gli 11 e 19 anni, con un buon 50% che legge per motivi extrascolastici. Peccato che i dati precipitino immediatamente dopo perché, crescendo, l’allontanamento dai libri diviene praticamente sistematico.
Malissimo il Mezzogiorno: legge meno di una persona su tre, Sicilia e Puglia ancora le ultime in classifica con un penoso 70% circa a testa di gente che ignora i libri.
Non che poi nel Nord Italia ci siano particolari motivi per festeggiare, ma perlomeno circa il 48% dichiara di aver letto almeno un libro durante il 2015.
La scuola non pare esercitare un grande incentivo alla lettura e, comunque, da sola può poco; la famiglia, contrariamente, risulta determinante a riprova di come l’ambiente in cui si vive influisca sulla condotta delle persone. Quasi il 67% dei ragazzi fino a 14 anni legge se lo fanno i genitori.
Le donne si confermano lettrici più assidue rispetto agli uomini e lo fanno già a partire dai 6 anni: quasi il 49% contro il solo 35% del totale maschile.
In generale si legge di più nelle aree metropolitane del Paese dove le motivazioni alla lettura appaiono più convincenti, attraverso l’organizzazione di eventi culturali, proposte e alternative di maggiore varietà.
Resiste “lo zoccolo duro” dei lettori, rappresentato da coloro che leggono uno o più libri al mese, con quasi il 14%.