Circa metà della popolazione della Repubblica Centrafricana, quasi 2,5 milioni di persone, soffre la fame. Questo è quanto emerge dal rapporto del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).
Si tratta di una cifra raddoppiata rispetto all’anno passato, a causa del conflitto, del disagio e dello smarrimento che hanno diminuito le capacità di accesso al cibo e la sua disponibilità.
Come spiega Guy Adoua, vice direttore del WFP nella Repubblica Centrafricana: «tre anni di crisi hanno stremato la popolazione, le famiglie sono state molto spesso obbligate a vendere ciò che possedevano, a non mandare i figli a scuola, in alcuni casi a mendicare. Non si tratta di un’emergenza come le altre. La gente non ha più nulla».
Nello specifico, in base all’analisi svolta emerge che nel Paese una persona su sei combatte contro una malnutrizione grave o molto grave, mentre più di una persona su tre è moderatamente malnutrita e non sa come procurarsi il prossimo pasto. Secondo tale rapporto, il raccolto 2014-2015 è stato povero e i prezzi alimentari rimangano alti dal momento che gli agricoltori non hanno potuto coltivare i campi a causa della guerra civile, con centinaia di migliaia di persone obbligate a fuggire, lasciando le loro abitazioni, terre e cibo. Altri scontri ci sono stati alla fine di settembre, mentre venivano raccolti gran parte dei dati sulla sicurezza alimentare, determinando la fuga di altre persone. Circa 1 milione di persone sono ancora sfollate nella Repubblica Centrafricana o rifugiate nei paesi vicini.
L’analisi propone azioni necessarie e repentine quali: assistenza alimentare d’emergenza ininterrotta alle famiglie sfollate e a quanti sono ritornati a casa; assistenza alimentare e tecnica agli agricoltori per poter riprendere il proprio lavoro; realizzazione di reti di protezione sociale attraverso programmi come ad esempio quello per i pasti a scuola; sostegno per la riabilitazione delle infrastrutture attraverso attività di cibo in cambio di beni produttivi.
Il grande lavoro svolto da WFP sta dando sostegno alimentare e nutrizionale d’emergenza alle persone più indifese e gioca un ruolo molto importante nel sostenere gli sforzi per la ripresa. I programmi del WFP si centralizzano su trasferimenti di contante e su acquisti locali di cibo per i pasti a scuola per sfamare migliaia di bambini, che fortificano l’economia locale e i mezzi di sostentamento della popolazione.
A dicembre 2015, grazie al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite è stato distribuito cibo a circa 400.000 persone attraverso trasferimenti di contante, sostegno nutrizionale, pasti a scuola e attività di beni alimentari in cambio di beni produttivi.
Attualmente per sostenere l’attività dell’Agenzia dell’Onu occorrono 41 milioni di dollari per rispondere così ai bisogni più urgenti fino alla fine di giugno, nella Repubblica Centrafricana e nei paesi vicini che ospitano i rifugiati, in quanto l’attività di WFP è finanziata soltanto al 45%.