Il Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il decreto che stanzia fondi per l’attivazione dei nuovi laboratori territoriali per l’occupabilità previsti dalla legge 107
Laboratori aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica e per il recupero dei Neet, i giovani non inseriti in percorsi di studio né nel mondo del lavoro. Sono questi gli strumenti che verranno finanziati con 45 milioni di euro grazie a un decreto del Miur nell’ambito della manovra cosiddetta “Buona Scuola”.
«Si tratta di una novità importante per il nostro sistema scolastico», sottolinea il ministro Giannini. «L’apertura al territorio sarà uno dei caratteri fondamentali di questi laboratori che potranno essere realizzati anche in spazi esterni alle scuole e saranno attivi oltre l’orario scolastico. Saranno luoghi dove i nostri ragazzi potranno scoprire i loro talenti e le loro vocazioni attraverso l’acquisizione di competenze trasversali, conoscenze pratiche e attraverso l’educazione all’autoimprenditorialità. Stiamo costruendo una risposta concreta al tema della disoccupazione giovanile e alla dispersione», prosegue l’esponente del governo Renzi. «Mettiamo in mano agli studenti gli strumenti per orientarsi al lavoro e per crearlo loro stessi con una didattica che guarda ai settori strategici del Made in Italy e legata alla vocazione produttiva, sociale e culturale di ciascun territorio».
Si tratta di un primo finanziamento che dà il via a un piano di azioni più ampio che, attraverso le risorse del Pon per l’istruzione e quelle erogate con la ex legge 440, mette a disposizione circa 500 milioni per rafforzare le infrastrutture scolastiche, cambiare il volto dei laboratori e stimolare una didattica progettuale.
I laboratori territoriali finanziati dal decreto dovranno essere attivati da reti di almeno tre scuole con il coinvolgimento di almeno un ente locale e di un ente pubblico. La valutazione dei progetti terrà conto in particolare della capacità di favorire il rapporto con il mondo del lavoro e di contrastare la dispersione e diffondere le nuove competenze, fra cui quelle digitali. L’apertura, anche in orari diversi da quelli delle lezioni, sarà un altro parametro fondamentale per l’approvazione dei progetti insieme alla compartecipazione di realtà che appartengono al territorio. Il Miur potrà erogare un contributo massimo di 750.000 euro per ciascuna struttura. Saranno almeno 60 i laboratori attivati che potranno essere cofinanziati e coprogettati da enti pubblici e locali, imprese, università, associazioni, fondazioni, camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.