“Scambio le mie foto con i libri che poi danno nascere piccole biblioteche in giro per il mondo”. Questo è “Parolamia” secondo il fotografo Giovanni Marrozzini, fautore del progetto approdato anche in Sardegna. Sono, infatti, in arrivo ben 200 libri al reparto di Pediatria di Cagliari, dove diversi insegnanti fanno scuola ai piccoli pazienti. Marrozzini vuole portare una ventata di cultura nei posti più disagiati per far sì che anche dei piccoli bambini malati possano imparare a leggere, riflettere, ma soprattutto sognare.
“E’ molto difficile l’ospedale. Il primo giorno sei confuso, il secondo sei stordito, il terzo giorno sei annoiato e hai sempre paura”. Queste sono le parole di Matteo, un bambino della Pediatria di Cagliari di soli 7 anni, affetto da una rara patologia autoimmune che lo costringe a passare dei lunghi periodi all’interno dell’ospedale. La vita “normale”, ormai, sembra essere solo un bel ricordo come per molti degli altri bambini che, assieme a lui, condividono speranze, attese, timori.
Marrozzini, però, vuole portare una ventata di leggerezza in questi ambienti fatti di tristezza. Anche in periodi passati si era mosso a favore della foresta amazzonica, del Brasile, dei borghi dell’Italia centrale martoriati dal sisma del 2016, di un ospedale torinese e di una scuola boliviana che accoglie i figli, spesso orfani, dei minatori. E ora approda anche a Cagliari.
Il 5 marzo è stata lanciata sul web la lista dei libri destinati all’azienda ospedaliera “G. Brotzu” di Cagliari acquistabili dai fruitori, in cambio di una foto dello stesso Marrozzini, scattata nello stretto di Magellano, contenente una recensione di Nadia Terranova. La foto, inoltre, sarà stampata da Lorenzo Lessi in tiratura limitata in 40 copie in formato 25×25 su carta Hahnemühle Photo Rag® Pearl 320 gr 100% Cotton. E ogni copia sarà firmata e numerata. Dal sito dell’autore, tutte le istruzioni per partecipare al baratto e al progetto sociale.
La scuola nell’azienda ospedaliera cagliaritana è presente da ben 17 anni e gli insegnati spiegano che si tratta anche di un modo per tenere sempre lontani noia e solitudine da questa struttura popolata da piccoli bambini malati di fibrosi cistica, diabete, malformazioni urinarie, cardiopatie. Spiegano che “E’ un filo che tiene i bambini uniti all’esperienza passata e conosciuta prima del ricovero e a quella futura con il rientro a casa. Significa regalare loro una cura totale e condivisa che possa donare serenità e speranza in un momento in cui tutto intorno sembra sgretolarsi”.
Marrozzini è molto soddisfatto di questo progetto chiamato “Parolamia” e il pensiero che nel reparto a breve ci sarà una biblioteca, grazie anche ai consensi riscontrati, gli dà la carica giusta per continuare lungo questo cammino. Sta già pensando ad una seconda fase del progetto che possa coinvolgere un ente o un’istituzione in modo da poter ampliare sempre più la sua diffusione.