L’approfondimento di oggi si focalizza sul rapporto “The Current state of Crowdfunding” pubblicato da Crowdfunding Hub, il Centro di competenza europea della finanza alternativa e comunitaria. Con un team di Amsterdam e esperti locali in tutta Europa, è una rete di ricerca e consulenza di esperti di crowdfunding e della finanza alternativa. CrowdfundingHub è stata promossa nel 2015 da Ronald Kleverlaan, consulente per la Commissione Europea e co-fondatore della rete europea crowdfunding.
Il Rapporto ha riunito 27 esperti nazionali in tutta Europa e ha esaminato i regolamenti, le dimensioni del settore e la posizione del governo e del settore bancario. Lo studio prende in considerazione le piattaforme di lending Peer-2-Peer business e consumer, quelle di donation, di reward e di equity crowdfunding. Fornisce approfondimenti sullo stato attuale del settore, utilizzando un indice, “Alternative Finance Maturity Index” basato su 15 aree chiave di ricerca.
Chi ha redatto il capitolo sull’Italia è Alessandro Lerro di Lerro&Partners e Crowd Advisors, nonchè presidente di AIEC (l’Associazione italiana delle piattaforme di equity crowdfunding). Lo scopo dell’AIEC è di rappresentare l’attività delle piattaforme di equity crowdfunding in Italia, anche al fine di dialogare con le istituzioni sull’elaborazione normativa, promuovere la conoscenza e la crescita qualitativa del settore imprenditoriale, elaborare e applicare un proprio codice etico professionale.
Le piattaforme associate all’AIEC sono:
- Piattaforme che hanno lanciato almeno una campagna di equity crowdfunding:
assitecacrowd.com
crowdfundme.it
equinvest.it
investi-re.it
nextequity.it
starsup.it
tip.ventures/IT/
wearestarting.it/
opstart.it
muumlab.com
- Piattaforme autorizzate Consob in attesa del lancio:
equitystartup.it
ecomill.it/
fundera.it
startzai.com
Analizzando il rapporto, si registra che in quasi tutti i Paesi europei i volumi sono rapidamente in aumento, ma rimangono grandi differenze tra i diversi territori. Il Regno Unito si conferma quello più maturo sia per quanto riguarda i volumi che come ecosistema. Paesi come Olanda, Francia, Spagna, Germania, Estonia e Austria hanno volumi inferiori rispetto al Regno Unito, tuttavia lo sviluppo dell’ecosistema in ciascuno di essi ha il potenziale per rendere il mercato della finanza alternativa particolarmente forte e significativo nell’arco dei prossimi due anni.
Tra gli altri aspetti emersi dalla ricerca, ci sono i seguenti:
- Il valore di norme e agevolazioni fiscali. Un atteggiamento positivo da parte del governo, che favorisca una regolazione evoluta ed esenzioni fiscali, è correlato ad alti volumi nel settore. Il Regno Unito ne è il miglior esempio. Solo in pochi casi i bassi volumi di alcuni Paesi non sono legati a questioni normative ma a causa di altri motivi, ad esempio la disposizione al crowdfunding è bassa in quanto il pubblico non è abituato ai pagamenti on-line.
- Esigenza di trasparenza e tassonomie comuni. Vi è necessità urgente di una maggiore trasparenza e indipendenza sui dati aggregati e di definire una chiara tassonomia europea. Nella maggior parte dei Paesi non ci sono dati disponibili sui volumi complessivi del settore. Se vengono forniti dati a livello aggregato, vi è un crescente disaccordo sui volumi precisi e sulle definizioni da utilizzare. Organizzazioni indipendenti, come le istituzioni di regolamentazione, possono contribuire in modo significativo nel rispondere a questo problema.
- Correlazione positiva tra normativa e crescita. I volumi continueranno a crescere con tassi elevati e le differenze tra i Paesi diminuiranno a causa delle nuove normativa sul crowdfunding. In molti Paesi una normativa sul crowdfunding è entrata in vigore di recente (o entrerà in vigore quest’anno). L’obiettivo è di rimuovere le barriere che derivano da norme esistenti e di promuovere l’accesso ai finanziamenti per le PMI e le start-up.
- Attività cross-border. Nelle piattaforme di successo c’è un elevato livello di attività cross-border. Molte piattaforme che hanno avuto successo sono presenti anche nei Paesi vicini. Se non ci sono barriere linguistiche, il livello di attività cross-border aumenta, a riprova del fatto che per sua natura il crowdfunding non è vincolato a confini geografici.
- Ottimismo sul potenziale della finanza alternativa. Sebbene inizialmente veniva liquidata come una semplice tendenza marginale presa in considerazione solo da pochi pionieri, oggi l’interesse è sempre più diffuso in tutti i livelli della società. Nel Regno Unito l’industria del crowdfunding fornisce già una valida alternativa alla finanza tradizionale e rappresenta oltre il 10% dei finanziamenti per alle PMI. Le istituzioni finanziarie svolgono un ruolo crescente nel fornire capitali da investire.
Concludiamo riportando quanto asserisce Lerro “Il crowd partecipa sempre di più all’innovazione fornendo idee, tecnologie e risorse. Solo le aziende che imparano a cavalcare questa grande ondata vinceranno la gara”
Fonte AIEC: http://www.equitycrowdfundingitalia.org/