Nel corso di Ecomondo 2017, l’appuntamento di riferimento internazionale che si è tenuto a Rimini dal 7 al 10 novembre – e che ha come protagonisti temi di grandi rilevanza quali economia circolare, sostenibilità ambientale, nuove tecnologie green – da Castalia, il consorzio che lavora alla salvaguardia del mare in convenzione con il ministero dell’ambiente, è stata presentata una proposta per arginare l’invasione dei rifiuti in mare.
Si tratta di una barriera in polietilene capace di fermare e raccogliere il flusso di plastica galleggiante, non pericolosa per le specie vegetali e animali e con il vantaggio di poter rimanere in attività per lunghi periodi di tempo. I tecnici di Castalia spiegano: «È uno strumento selettivo studiato per ridurre l’input di plastiche trasportate dai fiumi senza alterarne la portata e la velocità delle acque e senza interferire con il passaggio dei pesci e dei detriti fluviali».
Come purtroppo ben sappiamo, l’inquinamento delle acque è un problema che nel tempo ha raggiunto proporzioni devastanti, dal momento che ben l’80% di rifiuti nocivi viene trasportato dai fiumi verso il mare. Stando alle previsioni della Ellen MacArthur Foundation, addirittura, nel 2050, continuando su questa scia, il peso della plastica supererà quello dei pesci. L’Italia ha peraltro grandi responsabilità in merito alla questione, essendo al terzo posto – dopo Turchia e Spagna – degli inquinatori mediterranei.
Altra utile tecnologia per arginare il flusso di plastica è stata annunciata, sempre nell’ambito di Ecomondo 2017, in un libro sull’economia circolare scritto da un imprenditore, Luca Dal Fabbro, dal titolo “L’economia del girotondo”. Al suo interno viene spiegata l’innovazione: un sistema basato sulla pirolisi – un processo di trasformazione termica in assenza di ossigeno – e quindi senza combustione ed emissioni inquinanti permette di trasformare la plastica in idrocarburi liquidi simili a cherosene e diesel. Il carburante, prodotto in questa maniera, come spiega l’autore del libro, costa il 50% in meno rispetto a quello reperibile nelle raffinerie.
Due proposte, quelle presentate in occasione di Ecomondo 2017, meritevoli di particolare attenzione dal momento che il problema dell’inquinamento marino diviene ogni giorno sempre più urgente.