Riflettere sulle misure da adottare per migliorare la capacità di risposta alle crisi umanitarie dal punto di vista normativo, politico e operativo è lo scopo del primo “World Humanitarian Summit”, il Vertice Umanitario Mondiale, fortemente voluto dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, iniziato ieri finirà oggi a Istanbul, in Turchia.
I lavori sono stati aperti dal discorso del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, seguito dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel e per l’Italia dal vice ministro degli Esteri, Mario Giro.
Nel mondo sono circa 125 milioni le persone che hanno bisogno di aiuti umanitari, tra queste 60 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case per fuggire da persecuzioni e conflitti. Si tratta del più alto numero di sfollati dalla fine della seconda guerra mondiale.
Proprio in virtù di tali dati preoccupanti, Ban Kii-Moon ha invitato i capi di Stato presenti al World Humanitarian Summit a darsi l’obiettivo di ridurre della metà il numero degli sfollati entro il 2030.
Il presidente turco ha accolto complessivamente circa 5.200 partecipanti, 65 capi di stato e il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. Dei 192 Stati membri dell’Onu, ne sono rappresentati 177.
Tra le tematiche principali affrontate durante il Summit: limitare e prevenire i conflitti, garantire il rispetto del diritto umanitario, assicurarsi che sempre meno persone vengano lasciate indietro, ridurre i rischi e aumentare i finanziamenti.
Tra i partecipanti anche i rappresentanti del Sovrano Ordine di Malta, con a capo il gran cancelliere Albrecht Boeselager, che è intervenuto sul ruolo delle organizzazioni religiose negli scenari di crisi sottolineando l’importanza che esse hanno negli aiuti umanitari essendo sempre in prima linea.