Abbiamo parlato spesso del bilancio di responsabilità sociale riferendoci sia al mondo delle imprese sia a quello, ancor più articolato, delle organizzazioni. In quest’ultimo ambito siamo soliti pensare, in primo luogo, alle organizzazioni non profit, a partire dalle fondazioni e dalle associazioni, e poi al mondo delle istituzioni scolastiche (Scuole e Università) e delle aziende sanitarie.
Istintivamente non pensiamo quasi mai al “pianeta giustizia”. Eppure l’amministrazione della giustizia riguarda un ambito che ha una evidente necessità di accountability, occupandosi di una delle funzioni più delicate nel rapporto con i cittadini. L’esperienza di Milano ci consente di toccare con mano la consapevolezza degli operatori della giustizia di dover dar conto agli stakeholder del lavoro svolto. Non a caso il presidente del Tribunale Roberto Bichi, nella sua presentazione sostiene: “il bilancio di responsabilità sociale (…) è un’occasione per una verifica e una riflessione sull’attività svolta, esaminando le linee di operatività e i risultati raggiunti. Una riflessione che è funzionale all’esigenza di informare i cittadini e le istituzioni del territorio circa il lavoro svolto, gli obiettivi perseguiti, le criticità che permangono”.
D’altra parte questo “scambio” risulta ancora più proficuo quando il territorio è pronto a mettere a disposizione competenze e risorse: SDA Bocconi School of Management ha fornito supporto scientifico mentre Banca IMI e Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza hanno contribuito alla realizzazione del documento.
Di seguito la lettera di presentazione del bilancio a firma del presidente del Tribunale di Milano e alcuni stralci dell’introduzione. Per la consultazione del testo integrale si rinvia alla pagina web.
LETTERA DEL PRESIDENTE DEL TRIBULANE DI MILANO
Il Tribunale presenta per il quinto anno consecutivo il bilancio di responsabilità sociale a consuntivo del 2015.
È un’occasione per una verifica e una riflessione sull’attività svolta, esaminando le linee di operatività e i risultati raggiunti. Una riflessione che è funzionale all’esigenza di informare i cittadini e le Istituzioni del territorio circa il lavoro svolto, gli obiettivi perseguiti, le criticità che permangono.
Nel corso del 2015 è venuta a scadenza la presidenza di Livia Pomodoro: un periodo di otto anni caratterizzato da importanti percorsi riorganizzativi degli uffici, che hanno condotto ad una maggiore apertura del Tribunale verso la realtà sociale ed economica del territorio milanese e al perseguimento di una efficace modernizzazione dei servizi. Interventi che hanno reso il Tribunale di Milano, tra quelli di maggiore rilevanza, protagonista nell’attuazione di un programma di innovazione e rimodulazione del “servizio Giustizia”.
Non è certo venuta meno l’esigenza di proseguire nella via dell’adeguamento e della modernizzazione dell’attività del Tribunale. Rimane, infatti, compito primario proseguire sulla strada della qualificazione dei servizi, per una migliore risposta diretta alla domanda dei cittadini, accompagnata dalla promozione degli strumenti più idonei per garantire trasparenza nella conoscenza e nella comunicazione con la collettività degli utenti. Il raggiungimento di tali obiettivi necessita di continui interventi sulla gestione interna dei processi di lavoro e circa la dislocazione delle risorse: la carenza di esse, avuto riguardo in particolare al personale amministrativo, rende sempre più difficile il perseguito recupero di efficienza, tanto più in una fase di accentuata informatizzazione, che richiederebbe nuove e dedicate professionalità.
Il Tribunale proseguirà nella ricerca di collaborazione con l’Ordine degli Avvocati e con le Istituzioni del territorio, nella consapevolezza che tutte le iniziative attuate negli ultimi anni sono state realizzate grazie a uno spirito di collaborazione, che ha permesso di mobilitare nuove risorse per perseguire utilità e vantaggi a favore degli utenti, nell’ambito di un comune interesse, pur nella distinzione dei ruoli.
Se, come avvenuto nel corso degli ultimi anni, deve respingersi quella che è una istintiva resistenza al cambiamento e alle vecchie abitudini di lavoro, quando tali prassi risultano inadeguate oramai ai nuovi mezzi sia di carattere tecnico, sia concettuali, tuttavia va sottolineato che l’effettivo miglioramento dell’amministrazione della giustizia può avvenire non attraverso una enunciazione dell’Innovazione, declinata con enfasi, ma ponendo a disposizione effettivi e adeguati mezzi e con una progettualità persuasiva: compito, questo, che l’ art. 110 della Costituzione configura in termini netti, affidando al Ministero della Giustizia tale compito. L’attuazione dei numerosi programmi di innovazione e di riforma dell’amministrazione giudiziaria trovano spesso – come quotidianamente constatato da noi giudici – un obiettivo ostacolo realizzativo proprio nella insufficienza di risorse specifiche a disposizione dei singoli Uffici giudiziari.
Carenze che si sono esaltate a seguito del “subentro” del Ministero della Giustizia nelle competenze attribuite al Comune per la manutenzione del Palazzo di Giustizia (L. n. 190/2014).
Difficoltà che si manifestano proprio in un periodo in cui il Tribunale di Milano è chiamato a dare risposte sempre più impegnative sotto il profilo organizzativo: la conclusione del percorso del processo civile telematico, l’operatività del SICP, la rimodulazione degli uffici trasferiti nella nuova palazzina di via San Barnaba (Sezione Lavoro, Sezione Famiglia, Sezione Tutele, Minori e Soggetti deboli), la trattazione dell’imponente flusso dei procedimenti per asilo e protezione internazionale, la gestione della procedura Ilva, l’impegno per la prefigurazione e l’applicazione della innovazioni legislative in tema di “giustizia riparativa” e la ricerca di nuovi modelli lavorativi a fronte dell’aumento progressivo della amministrazione di sostegno.
L’attenzione da parte del Tribunale per l’ammodernamento dei servizi quale fattore di sviluppo e progresso collettivo del territorio milanese deve accompagnarsi ad una necessaria e rinnovata attenzione ai temi propri della giurisdizione, sollecitati da continui interventi legislativi e dai mutamenti culturali e sociali, che pongono l’esigenza di nuove prospettive giurisprudenziali. Si pensi ai temi che in questi ultimi tempi si sono posti all’attenzione dei giudici del Tribunale: l’elaborazione di uno statuto concorrenziale “giurisprudenziale” dell’impresa, la riconfigurazione della responsabilità professionale, i riflessi della tendenziale sottrazione del diritto del lavoro dai canoni di specialità con il suo conseguente refluire nell’ambito del diritto contrattuale, la definizione degli ambiti applicativi dei diritti dello straniero in tema di protezione e di antidiscriminazione, la nuova configurazione dei diritti della persona quale singolo o nell’ambito della famiglia o in forme diverse di convivenza, e il relativo contrasto tra valori intrinseci e utilità valutabile economicamente; ed ancora: la tematica propria della funzione e dei criteri applicativi degli istituti del sistema sanzionatorio penale diversi dalla restrizione in carcere (probation e giustizia riparativa), dovendosi comunque ricercare un punto di equilibrio applicativo che garantisca una deterrenza sufficiente al sistema penale.
Compiti interpretativi e applicativi sempre più difficili, giacché il giudice deve orientarsi in un sistema di fonti del diritto multilivello caratterizzato da un pluralismo di legislazioni e giurisdizioni (comunitaria, convenzionale internazionale, costituzionale, ordinaria, regionale). Applicazione della regola al caso concreto resa difficoltosa, altresì, dalla constatazione della configurazione della legge, sempre più spesso, come provvedimento su un interesse concreto e attuale e non come regola di valori per la disciplina di un fenomeno generale. La legge si dedica alla cura di tematiche particolari, circoscritte, mirate, spesso espressione di attese settoriali, snaturando il sistema delle fonti del diritto e impedendo l’individuazione della ratio generale della disposizione nell’ambito di una sistemazione dell’ordinamento possibilmente organica.
Il Bilancio di Responsabilità del 2015 non può certo prescindere dal ricordo dei drammatici fatti del 9 aprile, ancora fonte di sgomento per ciò che è accaduto: l’uccisione di inermi – Fernando Ciampi, Lorenzo Claris Appiani, Giorgio Erba -, la violazione della sacralità di un’aula di giustizia, luogo destinato, con la celebrazione del processo e attraverso gli strumenti della ragione e del diritto, a ripristinare l’ordinamento e le regole di convivenza. La memoria di quell’episodio deve costituire un momento intenso di riflessione sul senso del dovere, sull’appartenenza ad una comunità, sulle qualità che modellano e debbono rendere saldo lo spirito civico di ognuno di noi e rafforzare l’impegno nell’esercizio della giurisdizione.
Roberto Bichi
PREMESSA
Il Bilancio di Responsabilità Sociale (BRS) 2015 del Tribunale di Milano, in continuità con la versione del 2014, si sviluppa secondo una struttura pensata al fine di rendere la lettura chiara e immediata.
Il documento è strutturato lungo una sequenza di sezioni che richiamano, progressivamente, i diversi stakeholders, ovvero i soggetti per i quali il Tribunale produce valore attraverso le proprie attività istituzionali, i servizi e i progetti. I contenuti del BRS, infatti, sono organizzati e presentati secondo una logica a matrice che interseca le tipologie di stakeholder, da un lato, e le categorie di azioni poste in essere dal Tribunale, dall’altro.
Al fine di semplificare l’organizzazione dei contenuti, la riclassificazione nelle diverse sezioni del BRS si basa su un criterio di prevalenza del tipo di stakeholder rispetto all’azione di tutela esercitata dal Tribunale. Tendenzialmente, infatti, l’esercizio della giurisdizione produce effetti, più o meno diretti, su una pluralità di soggetti: privati cittadini, imprese, altri soggetti istituzionali, dipendenti, soggetti appartenenti al sistema giustizia. Nell’ambito del BRS le attività sono ricondotte alla sezione relativa al tipo di stakeholder cui prioritariamente l’azione del Tribunale si rivolge.
La lettura del documento è libera e può avere inizio a partire da ciascuna delle sezioni proposte. In questo modo è possibile selezionare agevolmente la parte che si ritiene di maggiore interesse e procedere successivamente alla lettura delle altre sezioni.
INTRODUZIONE
Il BRS 2015 del Tribunale di Milano si compone di sette sezioni secondo il seguente ordine. Ciascuna sezione è contraddistinta da un riferimento cromatico che consente di orientarsi nel documento grazie alle linguette poste sul fianco di ciascuna pagina.
Sintesi– Contiene in forma schematica la descrizione dei principali risultati raggiunti dal Tribunale nel corso del 2015;
Cittadini-Descrive le azioni poste in essere dal Tribunale nell’interesse dei cittadini;
Imprese e lavoro – Descrive le azioni poste in essere dal Tribunale nell’interesse delle imprese e dei soggetti che operano nel mondo del lavoro;
Pubbliche amministrazioni – Descrive le azioni poste in essere dal Tribunale in collaborazione con altre amministrazioni pubbliche;
Sistema Giustizia – Descrive le azioni poste in essere dal Tribunale in collaborazione con gli altri soggetti del sistema giudiziario e le professioni legali;
Dipendenti – Descrive le azioni poste in essere dal Tribunale nell’interesse dei propri dipendenti;
Tribunale – Descrive le condizioni organizzative, economiche e di sostenibilità in cui opera il Tribunale.
All’interno di ciascuna sezione, le azioni poste in essere dal Tribunale di Milano sono raggruppate in tre categorie distinte: le attività istituzionali, i servizi e i progetti. Anche in questo caso ciascuna categoria è contraddistinta da un riferimento cromatico richiamato nella cornice delle pagine del documento.
Attività istituzionali– Attività svolte in attuazione delle funzioni attribuite al Tribunale e connesse al concreto esercizio della giurisdizione;
Servizi – Azioni poste in essere dal Tribunale al fine di agevolare la fruizione e lo svolgimento delle attività istituzionali;
Progetti– Interventi realizzati nel corso dell’anno al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza del Tribunale.