È evidente come ormai il turismo non possa prescindere dalla possibilità di collegarsi a internet per fare brevi ricerche sui luoghi che si stanno ammirando, cercare un ristorante nelle vicinanze con determinate caratteristiche, o, più semplicemente, condividere foto sui vari social network a disposizione attraverso smartphone e tablet.
Per questa ragione, il turismo italiano ha deciso di puntare proprio sul digitale per provare a ripartire con lo spirito giusto, scegliendo i luoghi dove è possibile trovare un numero alto di turisti. Parliamo ad esempio di aeroporti, autostrade, città d’arte e siti Unesco, in ogni caso di siti di attrazione che a partire da gennaio saranno dotati di una rete wifi diffusa. Così partirà il progetto di sperimentazione scaturito dalla firma di un protocollo d’intesa della durata di 3 anni e sottoscritto dal sottosegretario al Mibact con delega al turismo Dorina Bianchi, dal sottosegretario al Mise con delega alle telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, e dal direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, Antonio Samaritani.
Il protocollo, come spiega Bianchi, «è una parte integrante del Piano Strategico del Turismo, che è pronto, sarà approvato domani e sarà presentato da Dario Franceschini nel primo Cdm utile. In questo piano, che è dinamico, le nuove tecnologie ricoprono una parte consistente e strategica. La promozione e la valorizzazione oggi viaggiano soprattutto online, e per questo puntiamo sulla banda larga e le nuove tecnologie per implementare i flussi turistici».
Antonello Giacomelli ha invece messo in risalto l’aspetto pratico dell’accordo, parlando di 3 azioni rivolte in maniera specifica al turismo: fare del collegamento della banda ultralarga (sistema di connettività potenziata) una priorità dei siti d’interesse; dar vita a una rete nazionale con accesso unico; mettere a disposizione dati riguardanti la pubblica amministrazione in maniera da garantire a chi volesse costruire servizi in rete informazioni chiare e accessibili.
In occasione dell’accordo siglato si è parlato anche di Sistema pubblico di identità digitale (Spid), cioè il login nato per permettere l’accesso via web ai servizi online della pubblica amministrazione. Attualmente, 4 mesi dopo l’avvio, sono nate 85.000 identità digitali di cittadini, 293 amministrazioni attive e 684 servizi online accessibili. Allo Spid hanno aderito inoltre 99 Camere di commercio italiane e tra pochi giorni sarà accessibile anche il servizio “Sportello Unico Attività Produttive” per 3.300 comuni attraverso il portale Impresainungiorno.gov.it.