Si chiama Africa Experience ed è il primo ristorante africano a Venezia in grado di offrire agli avventori non solo una nuova esperienza culinaria ma anche la suggestione degli aspetti più rappresentativi del Continente attraverso un’atmosfera creata ad hoc: un arredo certamente lontano dallo stile europeo, pareti che somigliano più a finestre da cui ammirare i colori vivi della lussureggiante flora e fauna di luoghi meravigliosi o i caratteristici villaggi rurali.
Ma, sopra ogni altra cosa, un ristorante che incarna il valore che nasce dalla condivisione delle storie di vita, anche e soprattutto quando sono storie terribili, come quella dei milioni di immigrati che hanno sfidato l’incognita del mare aperto, affidato alle assi traballanti dei barconi la propria sorte, delegato a scafisti senza scrupoli il rischio di non morire di fame e di guerra in terra natia.
A chi ce l’ha fatta “Africa Experience” consegna l’onore di raccontare una storia, con il linguaggio che meglio crede, anche intorno a una tavola per l’appunto, in un ristorante nato in una città affatto casuale, Venezia. Perché, spiega Hamed Mohamad Karim, uno dei fondatori e gestori della società: «Venezia è una città che storicamente accoglie, dialoga e rispetta ogni cultura». D’altronde le origini del capoluogo lagunare provengono da molto lontano e sono il risultato di un incrocio meraviglioso di storie, volti, colori.
Ai fornelli si danno il cambio tre cuochi di eccezione: Alganesh Tadese Gebrehiwot dell’Etiopia, Muhammed Sow della Guinea ed Efe Agbontaen della Nigeria, tutti costretti ad abbandonare l’Africa alla ricerca di miglior sorte in Italia.
Il menù proposto è il risultato del concorso “Masterchef per Africa Experience” e i piatti che oggi si possono gustare nel ristorante sono stati sottoposti al giudizio di un’apposita giuria in base al gusto ma anche alla storia dei cibi con i quali sono stati realizzati; ecco che allora una pietanza assume il valore di una storia musicata, le cui note ci raccontano la nostalgia di un Paese lontano, la storia di una traversata, un punto di approdo e la voglia di ricominciare.