Curare i disturbi visivi precocemente è fondamentale, a cominciare da quando si è bambini, per evitare poi in futuro di incorrere in problemi ben più gravi. L’AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti) questo lo sa bene e non a caso ha fatto da patrocinio a un progetto gratuito di prevenzione promosso dal Consorzio Ottico Italiano, senza fini di lucro, Gruppo GreenVision.
Progetto in corso che al momento contempla 208 scuole piemontesi – con l’obiettivo di estendersi gradualmente ad altre regioni d’Italia – ed è stato battezzato “Guarda che bello”. Ma l’innovazione di questa iniziativa non consiste solo nel diagnosticare, eventualmente, problemi alla vista; si propone anche di mettere a disposizione degli insegnanti e delle famiglie supporti didattici finalizzati a sensibilizzare i piccoli sui comportamenti visivi corretti da seguire. Come? Nella maniera più efficace quando ci si trova di fronte a un bambino e gli si vuole insegnare qualcosa, vale a dire attraverso il gioco e con l’aiuto dei colori e della magia della luce. Inoltre, viene proposto anche il Vision Day, un evento che è il risultato dell’unione delle forze di ottici e oculisti del territorio e consiste in un approccio studiato ad hoc per i bambini. Verrà infatti proiettato un cartone animato interattivo, completato da giochi didattici, domande e questionari che serviranno a fare un focus sulla vista dei bambini, educandoli, al contempo a osservare – in senso letterale – le cose nel modo corretto.
Non sono pochi i genitori che hanno dovuto scontrarsi con la reticenza dei bambini che non hanno accolto con entusiasmo l’idea di indossare occhiali, nel progetto AIMO viene affrontato anche questo punto, cercando di inculcare ai bambini il concetto che le lenti sono fondamentali ma puntando sempre su approcci giocosi, che sdrammatizzino i fastidi che possono derivare da qualcosa di comunque necessario.
Infine, una nota dai colori solidali da segnalare: le classi che aderiranno all’iniziativa avranno modo di dare supporto al progetto di beneficenza Ridare la luce ai Paesi africani dove il problema della vista è qualcosa che riguarda un numero altissimo di minori, privati non solo del diritto di vedere bene ma anche, di conseguenza, di quello che riguarda il diritto allo studio a partire dalla semplice alfabetizzazione.