Disco verde per il Piano vaccini in Italia, dopo l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni. Si parlava dell’offerta gratuita per bambini, adolescenti e anziani, cosa che è stata confermata ma andando avanti per gradi, considerando anche le difficoltà delle 8 Regioni (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) in piano di rientro dai deficit sanitari.
Il primo obiettivo è quello di mantenere lo stato di “polio-free” e in seguito passare a vaccinazioni a tappeto per morbillo e rosolia. Gratuiti anche i vaccini contro pneumococco, herpes zoster, rotavirus, papilloma virus per i maschi e per quello che sembra stia causando un’ondata di panico, il meningococco di ceppo B, colpevole di una delle più gravi forme di meningite. Gratuità anche per i richiami che riguardano i restanti 4 ceppi di meningococco (A, C, Y, W).
Il Piano appena approvato costerà complessivamente 180 milioni, con uno stanziamento di 100 milioni nel primo anno e di 124 milioni nel secondo. Questo vuol dire che solo nel 2019 sarà garantita la copertura per tutti. Fatto, questo, che, non piacendo ai medici di famiglia della Fimmg, secondo cui i tempi sarebbero troppo lunghi, lanciano – attraverso le parole del loro segretario nazionale, Silvestro Scotti – una proposta alternativa: «Vengano distribuiti i vaccini per conto delle Asl sul territorio e venga lasciata a noi medici di famiglia la possibilità di prescriverli e somministrarli, spiegando ai nostri assistiti perché è giusto farli».
Un altro obiettivo importantissimo che il Piano vaccini si propone è quello di diffondere in maniera organizzata e capillare informazioni adeguate, che servano anche a contrastare dicerie e disinformazioni diffuse nel web, in base alle quali vaccinarsi causerebbe problemi di vario genere. Il testo recentemente approvato affronta anche due questioni spinose: quella relativa a eventuali sanzioni nei confronti dei medici che si rifiutino di vaccinare i propri pazienti e l’altra legata all’obbligo di mostrare i certificati vaccinali per iscrivere i bambini a scuola. Vengono confermate le sanzioni per i medici e stabilito l’obbligo di dare prova dei certificati, lasciando però alle singole Regioni la possibilità di regolamentarsi autonomamente.