Un silenzio surreale avvolge la città siriana di Aleppo dalle prime ore di questa mattina. È arrivata la sospirata tregua che tutto il mondo civile auspicava e in particolare quella che chiedevano a gran voce tutte le organizzazioni umanitarie che fronteggiano da anni l’inferno di una guerra che non ha risparmiato nessuno.
L’accordo sarebbe stato raggiunto durante la notte di ieri, allo scopo di permettere l’evacuazione dei ribelli che si trovano nella zona occupata della città. L’annuncio è di un alto funzionario dell’esercito siriano secondo cui «sono in corso i preparativi per far uscire i ribelli dell’opposizione dall’ultima sacca di territorio ancora sotto il loro controllo ad Aleppo».
Ma veniamo al punto fondamentale, quello che riguarda i civili. Al momento non esistono notizie e prove certe che si stia procedendo a una reale evacuazione però l’Osservatorio siriano per i diritti umani fa sapere che un primo convoglio di feriti sarebbe già fuori dal perimetro della zona Est di Aleppo – tra le più assediate – in viaggio verso la parte Ovest sotto la guida dell’esercito di Damasco. La stessa notizia è stata riportata dall’emittente Al Jazeera che parla di un convoglio di ambulanze che sarebbe già arrivato ai posti di blocco governativi. Un altro organo di informazione panarabo, Al Mayadeen, è stato in grado di mostrare una diretta delle immagini del check-point di Ramouseh, a sud dell’area di Aleppo Est sotto assedio, dove di fatto si vedono i mezzi della Luna Rossa araba e un autobus verde che sarebbe in attesa dei civili.
Si tratta di una situazione delicatissima e dagli equilibri precari. Ieri, infatti, era già stato preparato un autobus pronto a lasciare la città ma è bastata qualche ora per mandare tutto a monte, l’accordo è stato improvvisamente sospeso, i bombardamenti hanno ripreso a tuonare e l’autobus non ha raggiunto la salvezza. Sembra sia stato il regime di Assad il responsabile della mancata tregua di ieri, il quale pare fosse infuriato per non essere stato interrogato nel corso della trattativa tra Russia (che conferma) e Turchia.
Stando a quanto riportato dal comando militare russo, l’evacuazione dovrebbe essere vicina e imminente. Sarebbero infatti pronti 20 autobus e 10 ambulanze in partenza per Idlib e stavolta si pensa che l’operazione verrà portata a termine con successo dal momento che tutte le parti in guerra sono informate, per cui ci si attende collaborazione dal governo siriano.
Ci si domanda però quanto potrà protrarsi la tregua perché, come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, Aleppo è una ragnatela in cui sono caduti decina di migliaia di civili che in questo momento sono intrappolati, vivono in condizioni disperate e la loro sopravvivenza può essere decisa da qualche giro di orologio. La speranza è che nelle prossime ore vengano evacuati quanti più civili possibili perché, tra gli altri pericoli che complicano una situazione di per sé già drammatica, c’è da considerare che il Natale è alle porte e, come ha affermato padre Ibrahim Sabbagh, parroco della comunità latina di Aleppo, in città si teme che alcuni gruppi di miliziani stiano preparando una strage missilistica proprio per la notte di Natale.
Non resta che augurarsi che l’evacuazione possa protrarsi quanto più a lungo possibile e che proceda senza intoppi, sperando soprattutto che gli autobus arrivino salvi a destinazione benché sussista un reale pericolo di attacchi da parte degli “elmetti bianchi”, secondo alcune emittenti locali, e di milizie sciite, secondo altre.