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Allarme: mare invaso dalle specie aliene artificiali

In biologia è considerata specie aliena qualsiasi specie che viene portata dall’uomo in un altro habitat diverso da quello di origine. Quando la diffusione di questa nuova specie produce impatti negativi sul nuovo habitat e sugli ecosistemi, viene chiamata specie aliena invasiva. Questa invasione è una delle più potenti perché altera silenziosamente gli ecosistemi. Ad esempio, questo problema è presente nel Mediterraneo, soprattutto dopo l’ampliamento del Canale di Suez, che ora permette alle specie del Mar Rosso di incanalarsi in queste acque.

Ma oltre alle specie “aliene naturali” esistono anche quelle “artificiali”, che preoccupano molto di più i biologi e che in questi anni hanno colonizzato in modo invasivo i nostri mari. Queste specie aliene artificiali possono essere messe in unico gruppo, chiamato Marine Litter, spazzatura marina. Essa è costituita da qualsiasi materiale o manufatto solido persistente di origine antropomorfa, introdotto o scaricato nel mare. Il 95% di questa spazzatura è composta da materiale plastico.

La plastica è apparentemente e potenzialmente disastrosa anche per il nostro Mediterraneo che fino ad ora è riuscito ad assimilare diverse specie aliene, come ad esempio l’alga killer (Caulerpa Toxifoglia). Secondo i biologi marini la situazione non resterà tranquilla a lungo. Queste specie artificiali, pur avendo molte caratteristiche simili alle specie naturali, hanno dei comportamenti anomali che ne svelano la vera natura artificiale. La plastica è il nuovo nemico alieno del mare e che spesso viene colpevolizzato perché se ne trova in quantità esagerata, ma il problema è l’uso che noi ne facciamo.

In un anno 10 milioni di tonnellate di spazzatura finiscono in mare e il 90% di essi è plastica: buste, teli, lenze, bottiglie, tappi ecc. Le macroplastiche sono molto pericolose soprattutto per gli esseri grandi che possono rimanere intrappolati o soffocati da esse. In più questi materiali sono destinati a degradarsi nell’ambiente marino frammentandosi in microplastiche, una vera minaccia per questo ecosistema.

La comunità scientifica marina del Consiglio Nazionale delle Ricerche si occupa della Marine Litter collaborando con alcuni gruppi universitari, inoltre nel mondo sono molte le iniziative per la salvaguardia dell’ambiente a causa dell’elevata concentrazione di plastica. Ad esempio una delle ultime iniziative è quella dei supermercati con un reparto totalmente senza plastica. Ekoplaza lancia una nuova strategia tra marketing e sostenibilità. E’ stato inaugurato qualche giorno fa il primo reparto di un supermercato “plastic free” ad Amsterdam. Questo reparto contiene 700 prodotti senza imballaggio in plastica. Il progetto nasce in un momento in cui tutta l’Europa è preoccupata per il destino degli ecosistemi. I reparti “plastic free” sono un modo per testare biomateriali compostabili, offrendo un’alternativa più rispettosa per l’ambiente.

Le ONG chiedono che tutte le grandi catene di supermercati seguano la via di Ekoplaza.

Published by
Lucrezia Buccella