Sono tutti scappati da conflitti, violenze e persecuzioni nei loro Paesi e hanno cercato rifugio in luoghi diversi come il Belgio, la Germania, il Lussemburgo, il Kenya e Brasile. Sono i dieci atleti della squadra olimpica di rifugiati che si ritroveranno insieme agli altri atleti del mondo a partecipare alle prossime Olimpiadi a Rio de Janeiro, in Brasile.
L’annuncio arriva direttamente dal Comitato Olimpico Internazionale (Coi). Si tratta della prima volta nella storia che un team di rifugiati gareggia alle Olimpiadi e ciò rappresenta un forte segnale di speranza e riscatto per questi dieci atleti rifugiati che sono stati costretti a interrompere la loro carriera sportiva e che adesso avranno finalmente l’opportunità di perseguire i loro sogni.
Come ha sottolineato l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR): «La loro partecipazione alle Olimpiadi è un omaggio al coraggio e alla perseveranza di tutti i rifugiati nel superare le avversità e costruire un futuro migliore per se stessi e le loro famiglie».
La squadra olimpica dei rifugiati è formata da due nuotatori siriani, due judoka della Repubblica Democratica del Congo, e sei corridori provenienti dall’Etiopia e Sud Sudan.
Ecco i nomi dei dieci atleti.
Rami Anis, Siria (nuoto); Yusra Mardini, Siria (nuoto); Paulo Amotun Lokoro, Sud Sudan (atletica); Yonas Kinde, Etiopia (atletica); Yiech Pur Biel, Sud Sudan, (atletica); James Nyang Chiengjiek, Sud Sudan (atletica); Anjelina Nadai Lohalith, Sud Sudan, (atletica); Rose Nathike Lokonyen, Sud Sudan (atletica); Popole Misenga, Repubblica Democratica del Congo (judo); Yolande Bukasa Mabika, Repubblica Democratica del Congo, (judo).