Testimonial della campagna sono, invece, gli artisti Fiorella Mannoia e Giobbe Covatta, da sempre molto sensibili alle cause umanitarie, e l’ostetrica ugandese Esther Madudu, che insieme all’organizzazione internazionale aiuta migliaia di donne a dare alla luce i propri bambini anche in condizione di estrema difficoltà. Per dare più voce alla campagna, l’ostetrica l’8 novembre salirà sul palco dello spettacolo Sabbia, rappresentazione teatrale dell’odissea dei migranti in programma nella Sala Solferino, presso la sede regionale della Croce Rossa a Roma.
La campagna “Mai più senza mamma” di Amref nasce dall’amara constatazione che nei Paesi dove regna la povertà e dove le condizioni igienico-sanitarie sono assolutamente precarie, ogni gravidanza e ogni parto rischiano di mettere a repentaglio la vita di mamme e bambini.
Nei Paesi a basso e medio reddito, infatti, le complicazioni in gravidanza e durante il parto sono la prima causa di morte tra le donne nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Nel mondo perdono la vita 289.000 donne ogni anno (800 ogni giorno) e la metà delle morti si verifica nell’Africa Sub-Sahariana, il luogo in cui è più pericoloso mettere al mondo un bambino. In questa parte dell’Africa infatti una donna su 40 rischia di morire in gravidanza o durante il parto, in Europa questa probabilità è pari a una su 3.300. Spesso si tratta di cause prevenibili e curabili come emorragie, infezioni o problemi d’ipertensione.
In particolare Amref Health Africa dedica la sua campagna alla salute delle donne e dei bambini in alcune aree particolarmente vulnerabili dell’Etiopia. L’obiettivo della campagna è, dunque, quello di migliorare l’accesso, per oltre 200mila donne in condizioni socio economiche svantaggiate, ad adeguati servizi sanitari in ogni fase della gravidanza. Inoltre, almeno 90mila adolescenti a rischio di gravidanze precoci e ripetute riceveranno supporto per intraprendere un percorso incentrato sui temi della salute sessuale e riproduttiva. Amref provvederà, infine, alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di 5 strutture sanitarie pubbliche.