A sorpresa anche il Nicaragua, il più grande Paese dell’America centrale, ha deciso di aderire all’Accordo di Parigi sul clima che, ricordiamo, è già stato ratificato da 166 Paesi su 197 ed è entrato in vigore il 4 novembre 2016. È stato proprio il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ad annunciarlo alle Nazioni Unite, cambiando così totalmente idea rispetto a quanto deciso nel 2015 quando pensava che l’Accordo contenesse troppi vincoli.
Un parere evidentemente rivisto soprattutto alla luce del fatto che è prioritario per tutti limitare l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei due gradi centigradi e in questo senso l’adesione o meno di un Paese all’Accordo può risultare cruciale. Al giornale centroamericano El Nuevo Diario, Daniel Ortega ha così commentato la scelta: «Dobbiamo essere solidali con i molti Paesi che sono già le prime vittime e che continueranno a soffrire l’impatto di questi disastri come l’Africa, l’Asia, l’America Latina e i Caraibi, che si trovano in zone altamente vulnerabili».
Una posizione, quella del presidente del Nicaragua, accolta con favore e con un certo sospiro di sollievo soprattutto in considerazione del fatto che non bisogna dimenticare quanto peserà a livello globale la mancata adesione degli Stati Uniti all’Accordo. Alla Cop 23 che, ricordiamo, si terrà a Bonn, in Germania, dal 6 al 17 novembre i grandi assenti saranno proprio gli U.S.A di Donald Trump e la Siria, la cui assenza è però legata al conflitto bellico che ha dilaniato il Paese.