Dalla 13^ Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (Cbp COP13) che si è svolta in Messico, a Cancun, non arrivano buone notizie per quanto riguarda la salvaguardia della biodiversità. La lista rossa della Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura) contempla 85.604 specie. Di queste ben 24.307 sono a rischio di estinzione. Purtroppo bisogna registrare anche una new entry, la giraffa.
Il direttore generale della Iucn, Inger Andersen, dice qualcosa di molto allarmante: «Molte specie stanno scomparendo ancor prima di riuscire a descriverle», vale a dire che spesso non si dispone neanche del tempo per conoscerle e studiarle che queste sono già in pericolo. E continua: «Questo aggiornamento della lista rossa indica che il ritmo di estinzione a livello globale può essere maggiore di quanto pensassimo. I governi che si sono riuniti al vertice sulla biodiversità delle Nazioni Unite a Cancun, hanno l’immensa responsabilità di intensificare i loro sforzi per proteggere la biodiversità del nostro Pianeta. Non solo per sé stessa ma per altri imperativi quali la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile».
Dicevamo della giraffa, il più alto mammifero vivente. Il suo nome completo è Giraffa camelopardalis e, stando agli studi, il numero degli esemplari sarebbe sceso vertiginosamente del 40% in soli 30 anni. Sappiamo che esistono delle scale di classificazione per individuare il livello di rischio a cui sta andando incontro una specie animale piuttosto che un’altra. La giraffa è passata dal livello “minor preoccupazione” a “vulnerabile” entro tre generazioni.
Le cause sono presto immaginabili e due su tutte: il bracconaggio e la progressiva distruzione dell’habitat naturale che costringono i mammiferi a fare i conti con un ambiente che non è più il loro, per nulla adatto alla sopravvivenza della prole. A questi due fattori bisogna poi aggiungere la continua e costante ricerca, da parte dell’uomo, di nuovi terreni agricoli e risorse minerarie. Tutto questo complesso di cause sta facendo precipitare la giraffa verso l’estinzione.
Viene spontaneo domandarsi quanto le persone siano consapevoli che da questo momento in poi lo splendido mammifero rischi di diventare qualcosa da ammirare solo nei libri illustrati. Poco, evidentemente. E una risposta sul perché ce la fornisce Julian Fennessy, co-presidente della Iucn Ssc Giraffa e Okapi Specialist Group: «Il punto è che finché le giraffe sono comunemente viste nei safari, nei media e negli zoo, le persone – tra cui gli ambientalisti – non sono consapevoli che questi animali maestosi stanno andando verso l’estinzione in silenzio».