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Anche Madrid e Bucarest vietano gli animali nei circhi, e l’Italia?

Anche Madrid e Bucarest dicono basta all’impiego di animali selvatici nei circhi per il divertimento delle persone, e così dopo la chiusura del famosissimo Circo Barnum di cui avevamo dato notizia qualche settimana fa (leggi l’articolo), ecco una nuova vittoria per gli animali. Dunque, mentre una Capitale europea ad Ovest e l’altra ad Est si apprestano a mettere al bando una pratica discutibile come il libero abuso sugli animali, in Italia scopriamo che lo Stato ha deciso di aumentare i finanziamenti economici destinati ai circhi, senza neanche riflettere sulla possibilità di seguire l’esempio di Madrid e Bucarest.

Nella capitale spagnola la maggioranza del Consiglio comunale ha votato a favore della proposta del divieto di utilizzo degli animali per gli spettacoli, e lo ha fatto perché consapevole dell’enorme fatica e sofferenza a cui essi vengono sottoposti. Alla stessa conclusione, in Spagna, erano peraltro giunte anche le città di Barcellona e Cadice.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Bucarest che limiterà gli spettacoli alle acrobazie dei giocolieri, alla danza, alla musica e in generale all’arte e alla cultura. Gli animali finora presenti nei circhi della capitale della Romania, verranno ricollocati in un ambiente più idoneo alle loro esigenze, seguendo una linea di condotta ben precisa. Il documento spiega infatti a chiare lettere: «Gli animali vengono costretti ad esibirsi in vari trucchi che sono obbligati ad imparare e che non fanno parte della loro natura. È impossibile per i circhi garantire agli animali le condizioni di vita corrispondenti al loro habitat naturale. Perciò gli esperti ritengono che gli animali selvatici non debbano più essere utilizzati nei circhi».

Quello che si vuol fare a Bucarest, ma che è già stato fatto – seppur in maniera diversa – in 19 Stati europei, è rilanciare la tradizione circense valorizzando il talento degli artisti, incentivando creatività e arte. Per far questo non servono gli animali selvatici che, privati del loro habitat naturale, vengono sottoposti a prepotenze inaccettabili invece di vivere liberamente la vita del branco. D’altro canto è cronaca puntuale la morte di numerosi esemplari di elefanti, tigri, leoni e altro genere di fauna, un fatto che avvalora quanto deciso dai vari Paesi europei. L’Italia da questo orecchio non sembra sentirci, eppure abbiamo una fama mondiale per la qualità e la quantità di artisti che riusciamo a regalare al mondo.

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Redazione