Quello di ieri è stato certamente un passo importante per il mondo dell’associazionismo e del Terzo settore italiano, quando è stata finalmente approvata la legge delega sulla povertà in Senato. Tuttavia resta la preoccupazione per quando verrà messo a punto, attraverso i decreti attuativi, il nuovo Reddito di inclusione (Rei) del Piano contro la povertà per il quale occorrerà qualche mese.
Ciò che si teme maggiormente è che la misura non riuscirà a contemplare tutte le persone in stato di estrema necessità in Italia, che sono tante, con, in aggiunta, risorse da investire sui vari territori e sui servizi.
Nonostante queste preoccupazioni, tuttavia, la legge approvata ieri ha suscitato soddisfazione presso gli ambienti di competenza. Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, ha così dichiarato: «È un successo della politica nella sua funzione di rispondere ai bisogni sociali. Finalmente anche l’Italia, come tutti gli altri Paesi europei, si dota di una misura nazionale, il reddito di inclusione, per aiutare le persone in condizione di povertà assoluta». Poi però la stessa Fiaschi ci tiene a precisare che «nel testo in discussione fossero ancora presenti margini di miglioramento, e che il Senato avrebbe potuto proficuamente avvalersi dei suggerimenti presentati dall’Alleanza contro la povertà».
Proprio quest’ultima commenta in una nota: «La legge delega sulla povertà segna un momento significativo nel nostro Paese; con la sua approvazione, oggi, giunge a conclusione il lavoro svolto dal Parlamento. Da tempo evidenziamo la necessità di un impianto normativo che coniughi da una parte il sostegno al reddito e l’inclusione sociale e dall’altra preveda un Piano nazionale in grado di raggiungere tutti i cittadini che versano in povertà assoluta. Perché i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo, perdendo, così, il carattere inclusivo che rappresenta, invece, il punto di svolta nella lotta alla povertà e all’emarginazione sociale». L’Alleanza contro la povertà, un cartello composto da numerose organizzazioni, associazioni e sindacati, non nasconde la soddisfazione ma al tempo stesso sottolinea poi la necessità di migliorare l’inclusione, contando sull’efficacia dei prossimi decreti.
Perplessità invece giunge da Caritas italiana che, attraverso la persona di Francesco Marsico, fa sapere che si tratta sicuramente di un passo storico per il nostro Paese ma al tempo stesso fa notare come esistano dei limiti evidenti, cioè poche risorse, per una misura che alla fine rischia di non concretizzarsi nella maniera opportuna.
Gli assistenti sociali rincarano la dose: i tagli alle Regioni per quanto riguarda il welfare potrebbero influire negativamente sul piano della lotta alla povertà, così Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, spiega che questo «è solo il primo passo di un percorso lungo ed accidentato per il quale servirà una vigilanza attenta e costante perché proprio sul tema dei servizi territoriali i nodi verranno al pettine: se non saranno rafforzati i servizi e il sistema di reti sul territorio e se non saranno definiti obiettivi chiari e misurabili, sarà assai difficile che la norma decolli veramente e che essa riesca anche solo a scalfire quel vero e proprio scandalo nazionale rappresentato dai dati sulla povertà che periodicamente le statistiche ci propongono».
Legautonomie, dal canto suo aggiunge un altro aspetto importante della questione: «Occorre che venga definito un compiuto piano nazionale universale che, attraverso i necessari finanziamenti, consenta progressivamente di coprire tutta la popolazione in condizione di povertà assoluta». E chiama dunque in causa i Comuni ai quali, secondo Legautonomie, spetta un ruolo cruciale nella gestione dei fondi, della definizione dei programmi da attuare e dei percorsi finalizzati all’inclusione sociale.
Non potrebbe mancare all’appello Unicef che, coerentemente con la sua stessa natura, parla della funzione importante del contrasto alla povertà minorile. Il presidente Giacomo Guerrera dichiara infatti: «Auspichiamo che i futuri decreti attuativi della legge delega assicurino che tutti i bambini e i minorenni presenti sul territorio italiano, senza distinzioni, possano beneficiare della misura unica di contrasto della povertà assoluta prevista dalla legge» ricordando che «lo sradicamento della povertà, in tutte le sue forme e dovunque, è peraltro il primo tra i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che tutti i paesi membri delle Nazioni Unite, inclusa l’Italia, si sono impegnate a raggiungere entro il 2030».