Se i crimini contro l’ambiente tra cui sono compresi gli scempi provocati dagli incendi, l’inquinamento sconsiderato, le attività di bracconaggio, sono così tanti da guadagnarsi il terzo posto della classifica delle attività illegali dopo droga e armi, certamente occorre fare qualcosa di più oltre alla lotta serrata contro questo tipo di crimine. Per esempio aiutare a ricordare, sensibilizzare, spiegare, raccontare. A questo scopo è nato il primo museo al mondo, unico nel suo genere, con l’acronimo M.A.CRI, Museo Ambiente e Crimine, inaugurato qualche giorno fa proprio nel nostro Paese, presso il Bioparco di Roma e realizzato dal Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare Carabinieri.
Un museo che è stato intitolato a Danilo Mainardi, il famoso etologo che ci ha lasciato nel corso di quest’anno, «per il suo prezioso contributo allo studio del comportamento animale e alla diffusione della cultura del rispetto e della salvaguardia della natura».
All’interno del museo troviamo moltissimi reperti sequestrati dalla polizia giudiziaria che risalgono agli ultimi venti anni, sia di provenienza nazionale che estera. Non sono ritrovati, questi, da ammirare, contemplare e di fronte ai quali emozionarsi. Sono invece un motivo di riflessione importante su ciò che il bracconaggio, i reati ambientali, i saccheggi causano al nostro territorio, al Pianeta in generale, impoverendolo. Per questa ragione, chi si avventura nel museo non è solo ma seguito da touchscreen interattivi che spiegano l’origine di ciò che abbiamo davanti, il lavoro di confisca della polizia giudiziaria, le notizie relative al tipo di habitat che con quel gesto è stato compromesso.
Il Museo Ambiente e Crimine è il primo in Europa, occupa uno spazio di 400 metri quadrati ed è ripartito in sezioni che riproducono i contesti ambientali in cui si svolgono i fatti e i danni procurati all’ambiente, incluso quanto avviene nel settore agroalimentare.
Ad avere il ruolo di protagonisti, sono però gli animali: l’anello più debole di una Terra al collasso, intere specie che spesso periscono di fronte ai cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale, gli incendi, il bracconaggio che è attratto da pelli, pellicce e avorio. Il Museo Ambiente e crimine è aperto a tutti, la Fondazione Bioparco in tal senso non pone limiti ma certamente ci tiene ad esercitare un compito educativo a partire dai bambini, consapevole che solo intervenendo correttamente su quella che sarà la generazione del futuro, sarà possibile mettere fine a questo scempio.