Alla vigilia di Natale è stata presentata a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Disability Card, una tessera speciale, utile ai fini dell’integrazione delle persone disabili presenti sul territorio europeo. Non è, infatti, solo l’Italia ad aver preso parte a tale iniziativa, ma anche altri Paesi come Estonia, Finlandia, Belgio, Malta, Cipro, Romania e Slovenia.
La Disability Card offre diverse agevolazioni all’interno di differenti campi come il trasporto, lo sport, la cultura, la ricreazione, agevolando non solo i disabili, ma anche gli enti, pubblici e privati, che decidono di usufruire di questa nuova tessera.
Quest’ultima è un’idea messa a fuoco nel progetto “Eu Disability Card”, che trae origine dalla Strategia dell’Unione Europea 2010-2020 in materia di disabilità e che si pone come obiettivo l’introduzione di uno strumento che permetta alle persone invalide di usufruire di alcuni servizi in modo gratuito, o attraverso un pagamento ridotto, in materia di cultura e traporti. Tale card è uguale in tutti i Paesi che la adottano e viene rilasciata sulla base dei medesimi criteri.
In Paesi come l’Italia, in realtà, c’erano già delle agevolazioni nei confronti dei disabili ma prevedevano un iter molto più travagliato e soprattutto reggevano su delle fondamenta dal labile equilibrio. Per questo motivo diverse associazioni hanno iniziato a muoversi affinché ci fossero migliori benefici nell’ambito dei viaggi, dello studio, dello sport fino a quando il 6 luglio 2016 è stato presentato il progetto “European Disabilty Card”, di cui Fish e Fand sono stati i fautori della messa in atto sul territorio italiano.
Grazie a Fish e Fand, inoltre, la diffusione della tessera ha avuto incremento in modo da non costringere più enti e associazioni a proposte individuali di agevolazioni per disabili. Nel corso del 2016, attraverso alcuni sondaggi, è emerso che ben 218 enti italiane, tra cui musei, monumenti storici, stadi, teatri, cinema, società sportive, parchi divertimento, offrono i loro servizi alle persone diversamente abili, che hanno diritto al proprio tempo libero, ricco non solo di svago, ma anche di accrescimento culturale e personale.