Attualità

Arriva l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

Diffondere nel nostro Paese, nella società civile, nei soggetti economici e nelle istituzioni, la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda Globale 2030 per lo sviluppo sostenibile, favorire lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientare modelli di produzione e di consumo, analizzare le implicazioni e le opportunità per l’Italia legate all’Agenda Globale 2030, contribuire alla definizione di una strategia nazionale per il conseguimento dei parametri richiesti. E’ l’obiettivo dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile che è stata presentata ufficialmente venerdì scorso a Roma presso la Camera dei Deputati.

L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, costituita il 3 febbraio dalla Fondazione Unipolis e dall’Università di Roma Tor Vergata, ad oggi conta già più di 80 tra le più note istituzioni, associazioni e reti della società civile italiana.

Tale nuova alleanza nasce come naturale conseguenza dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, approvata dalle Nazioni Unite nel settembre 2015, che vede coinvolti tutti i Paesi che lo hanno sottoscritto, tra cui anche l’Italia, a perseguire 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e 169 obiettivi associati entro il 2030, che vanno dall’eliminazione della povertà alla crescita economica e alla buona occupazione, dal consumo responsabile alla riduzione delle disuguaglianze, dal contenimento del cambiamento climatico all’educazione di qualità per tutti, dalla lotta a tutte le forme di discriminazione contro le donne all’impegno contro la corruzione.

Obiettivi che necessitano per la loro realizzazione di importanti scelte politiche, imprenditoriali, economiche e sociali volte al benessere collettivo. Come ha spiegato il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini: «Con l’Approvazione dell’Agenda Globale tutti i Paesi del mondo dovranno valutare il proprio “stato di salute” attraverso una serie di parametri, obiettivi e target interconnessi, che contemplano aspetti economici, sociali, giuridici, umani, tecnologici, ecc. Raggiungere i 17 obiettivi è un impegno e un’ambizione per tutti i Paesi che, consapevoli dei rischi connessi a uno sviluppo non più sostenibile, dovranno mettere in atto un cambiamento capace di garantire il futuro della generazione attuale e di quelle che verranno».

Rispetto a tali ambiziosi traguardi il nostro Paese presenta pochi punti di forza, come ad esempio l’alta aspettativa di vita in buona salute, una considerevole quota di energia generata da fonti rinnovabili, e parecchi punti di debolezza, come l’elevato livello di percezione della corruzione, l’alto tasso di disoccupazione che riguarda soprattutto i giovani, le scarse competenze in lettura, matematica e scienze, l’alto abbandono scolastico, le importanti disuguaglianze di genere, i notevoli rischi ambientali.

Nello specifico, come sottolinea il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini: «Sottoscrivendo l’Agenda Globale 2030 l’Italia ha scelto un futuro fatto di sviluppo economico che rispetti i limiti ambientali e sia, al contempo, in grado di assicurare educazione per tutti e benessere psico-fisico a tutte le età, di ridurre nettamente le disuguaglianze tra ricchi e poveri, di eliminare le discriminazioni e la violenza contro le donne, di piena occupazione e di elevata qualità dell’ambiente. Gli obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere disegnano, finalmente, un concetto dello sviluppo sostenibile che travalica la dimensione puramente ambientale, alla quale è stato, per troppo tempo, erroneamente ridotto. Per questo la sfida è ancora maggiore e a tutti viene chiesto di contribuire per migliorare la qualità della vita e ridurre la vulnerabilità del nostro Paese ai futuri shock che scienziati, economisti, sociologi indicano come probabili. Da questo punto di vista, siamo tutti paesi in via di sviluppo sostenibile».

Published by
Redazione