Il suo nome è MONICA, acronimo di “MONItoraggio Cooperativo della qualità dell’Aria” ed è una tecnologia che può contribuire a far conoscere meglio l’esposizione agli inquinanti che vengono respirati mentre si va in bicicletta, si corre, si va a fare la spesa o semplicemente ci si affaccia al balcone di casa.
Questa è la campagna di crowdfunding lanciata sulla piattaforma www.eppela.it promossa da un team di ricercatori del laboratorio di Sensoristica Avanzata nel Centro Ricerche Enea di Portici.
L’idea nasce dalla constatazione che le nostre città, anche le più piccole, sono spesso inquinate dai gas di scarico delle automobili, delle caldaie più vecchie e dai fumi industriali. Dati scientifici dimostrano che uno dei fattori più importanti per la salute e la qualità della nostra vita e per quella dei nostri bambini e anziani è il livello di inquinanti nell’aria, che può variare molto, anche da strada a strada.
I ricercatori dell’ENEA hanno quindi pensato a MONICA, il “misura-smog” o “smog tracker”, ovvero un sistema composto da una scatolina poco più grande di un hard disk portatile, con all’interno sensori in grado di misurare gli agenti inquinanti, collegati con un’app per smartphone.
Le dimensioni sono ideali per il manubrio di una bicicletta, ma anche per un passeggino o uno scooter. Una volta installata, MONICA misura numerosi inquinanti (monossido di carbonio, biossido di azoto, ozono), elabora il livello complessivo di esposizione e lo indica anche sulla mappa del percorso.
Come questo “navigatore antismog” sarà possibile cercare la strada meno inquinata da percorrere, condividere le informazioni con gli altri utenti dotati di Smog Tracker e contribuire a creare mappe delle zone più green, integrandosi, senza sostituire, le attuali centraline di monitoraggio urbano. Sarà così possibile cercare la strada più felice.
Mancano oltre 20 giorni per raggiungere il goal. I fondi raccolti serviranno a verificare il corretto funzionamento del sistema, già accuratamente calibrato in laboratorio, attraverso la realizzazione di almeno 10 esemplari di MONICA da affidare a una prima flotta di “sperimentatori” che li porteranno a spasso per le loro città.
Per chi sostiene il progetto, queste sono le ricompense:
Il nobile progetto è stato pensato dalla squadra che qui presentiamo:
Saverio De Vito: ingegnere informatico e dottore di ricerca in Ingegneria Elettrica e dell’Informazione, ha sviluppato il concetto iniziale e l’ecosistema MONICA tramite tecniche di “machine learning” a bordo di comunità di dispositivi multi sensoriali rendendoli “consapevoli” dell’ambiente in cui sono immersi.
Elena Esposito: Laurea e Dottorato di Ricerca in Matematica, è Assegnista di Ricerca ENEA dove sviluppa metodi e algoritmi di intelligenza computazionale per l’interfacciamento e la calibrazione di sistemi microsensoriali mobili e fissi, per la misura della qualità dell’acqua e dell’aria.
Fabrizio Formisano: ingegnere elettronico, ha curato la progettazione e la realizzazione del dispositivo e della piattaforma ICT MONICA. Si occupa di sistemi multisensoriali intelligenti per la visione e l’olfatto artificiale per i settori aeronautico, alimentare, ambientale, diagnostica medica.
Maria Salvato: dottore di ricerca in Matematica, Assegnista di ricerca nel 2014 presso l’Università di Cassino e dal 2015 presso il centro di ricerca Enea di Portici. Si occupa di tecniche avanzate per l’olfatto artificiale, per lo sviluppo di sensori intelligenti per l’industria aerospaziale e per il monitoraggio ambientale.
Ettore Massera: laureato in Fisica presso l’Università “Federico II” di Napoli, è responsabile della calibrazione dei sensori a bordo di MONICA. Studia la caratterizzazione in ambiente controllato di semiconduttori, polimeri e polveri nanostrutturate derivate dal carbonio (ad es. grafene), per l’olfatto artificiale e il monitoraggio intelligente della qualità dell’aria.
Annalisa Agresta: ingegnere ambientale, attualmente dottoranda in Ingegneria dei Sistemi Civili presso l’Università degli studi di Napoli Federico II in collaborazione con il centro di ricerca Enea di Portici. Sviluppa modelli numerici di simulazione integrata con reti di sensori per il monitoraggio ambientale.
Girolamo Di Francia: dottore in Fisica con più di 30 anni di esperienza sulle tecnologie elettroniche per celle solari e dispositivi sensoriali. E’ autore di più di 150 pubblicazioni scientifiche e numerosi brevetti, esperto UE e membro della Piattaforma Europea sulle Tecnologie Fotovoltaiche.
Paola Delli Veneri: Laurea in fisica e Sottorato in Ingegneria, con 20 anni di esperienza nella crescita e caratterizzazione di materiali a film sottile per applicazioni nel campo fotovoltaico. Responsabile del laboratorio di ricerca su materiali innovativi per celle solari e per sensori di gas e sullo sviluppo di sistemi multisenso
Approfittiamo dell’approfondimento per riportare alcuni dati del recente sondaggio Mal d’aria di città 2016 di Legambiente. Tra le principali minacce per l’ambiente, gli italiani mettono al primo posto l’inquinamento atmosferico (77%), seguito dall’inquinamento industriale di acque, terreni e aria (59%) e dalla gestione inefficiente dei rifiuti (55%). Il primato dell’inquinamento atmosferico come preoccupazione espressa dalle persone è confermato anche a livello europeo, secondo quanto riportato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente nel suo Report sulla qualità dell’aria del 2015, in cui l’inquinamento atmosferico è definito come un problema ambientale e sociale ed è ritenuto il più grande rischio presente oggi in Europa per la tutela dell’ambiente. Delle 90 città monitorate da Legambiente nella campagna “PM10 ti tengo d’occhio” ben 48 (il 53%) hanno superato la soglia dei 35 giorni consentiti per legge nel 2015. Il dato è più allarmante se si considerano i limiti indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la salvaguardia della salute umana. Il progetto VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute in Italia, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio con la collaborazione del l’ENEA, dell’ISPRA, delle ARPA e delle Università di Firenze, Urbino e “La Sapienza” di Roma. Lo studio dimostra che al 2020, riducendo del 20% i livelli di PM2,5 nelle città italiane, si arriverebbe ad avere circa 10.000 morti premature in meno, e riducendo della stessa quantità le concentrazioni di ossidi di azoto all’incirca 15mila. Senza contare che in Italia i costi collegati alla salute derivanti dall’inquinamento dell’aria si stimano fra i 47 e i 142 miliardi di euro nel 2010. Dati che descrivono ancor di più l’urgenza di politiche concrete di miglioramento della qualità dell’aria.