Due associazioni, Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e la svizzera Firdaus (che ha come scopo raccogliere fondi da destinare all’aiuto di migranti in stato di necessità) dichiarano che nell’arco di due mesi la Svizzera ha respinto quasi 7.000 profughi, di cui circa 600 bambini che viaggiavano senza accompagnatori.
In Italia quanto in Svizzera costoro non hanno ricevuto diritto d’asilo e, stando a quanto comunicato dalle due associazioni, le autorità non hanno svolto il loro lavoro, vale a dire fornire le informazioni indispensabili per fare domanda e accedere dunque in uno dei due Paesi. Il dossier è stato da poco presentato a Chiasso ma intanto Anna Brambilla, membro dell’Asgi, racconta che molti dei migranti consultati hanno dichiarato di non aver avuto informazioni adeguate sui loro diritti presso le frontiere italiane e svizzere, colpa anche dei servizi carenti e di interpreti poco qualificati.
Le due associazioni concordano nell’asserire che la tanto discussa condizione degli immigrati fermi nella stazione ferroviaria di Como sia il risultato di gravi violazioni di norme internazionali, come la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, di numerose norme europee come ad esempio Schengen, ma anche di violazioni di leggi nazionali. Secondo Asgi e Firdaus ad attuare la violazioni di tali norme sarebbero le autorità italiane e svizzere. E affermano: «Le autorità svizzere dicono di respingere in Italia solo coloro che non intendono chiedere asilo in Svizzera. Al contrario, molti dei migranti respinti hanno dichiarato di aver tentato di presentare domanda di protezione internazionale in Svizzera, sia oralmente che consegnando una dichiarazione scritta, ma di non aver potuto formalizzare la domanda».
Da quanto risulta, le violazioni riportare sul dossier sono gravissime e riferiscono di controlli sistematici tenuti sulla frontiera sulle persone dalla pelle nera, il che sarebbe un’infrazione della normativa antidiscriminazione, ma anche di espulsioni di gruppo – entro i quali pare vi fossero numerosi minori e alcuni disabili – senza alcun criterio o ragione fornita. Una volta respinti, non è stato consegnato loro nessun provvedimento scritto, il che ha, come logica conseguenza, che queste persone non hanno potuto avvalersi del diritto di presentare ricorso come invece prevede la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della legge.
Il dossier si concentra in modo particolare sui bambini profughi non accompagnati, ribadendo la violazione della Convenzione, e si legge: «Il superiore interesse del bambino non è evidentemente stato tenuto in alcuna considerazione dalle autorità svizzere nel disporre i respingimenti di questi minori. La maggior parte dei minori non accompagnati riammessi in Italia, inoltre, non sono stati collocati in strutture di accoglienza per minori, né per essi risulta esser stato nominato un tutore, secondo quanto previsto dalla legge».