Un istituto giuridico molto particolare: l’assegno successorio. Ecco cosa dovete sapere per non essere impreparati
La questione dei diritti economici dei vedovi e dei divorziati è spesso fonte di confusione e disinformazione. È importante sapere che il divorzio non elimina completamente i legami economici tra gli ex coniugi, in particolare quando si tratta di pensioni di reversibilità e assegni di mantenimento. In questo articolo, esploreremo i diritti dei vedovi, con un focus particolare sull’assegno successorio, e chiariremo le condizioni in cui può essere richiesto.
Iniziamo con la pensione di reversibilità, un diritto che spetta ai superstiti in caso di morte del pensionato. Molti credono che solo i coniugi in vita possano beneficiarne, ma in realtà anche i divorziati possono avere diritto a questa prestazione. Ai sensi della normativa italiana, l’ex coniuge divorziato ha diritto alla pensione di reversibilità se:
- È beneficiario di un assegno di mantenimento periodico.
- Non si è risposato dopo il divorzio.
- Il lavoro che ha dato diritto alla pensione di reversibilità è iniziato prima della sentenza di divorzio.
Questi requisiti possono sembrare restrittivi, ma è fondamentale sottolineare che l’assegno di mantenimento gioca un ruolo cruciale nel determinare il diritto alla pensione di reversibilità. Questo aspetto è spesso sottovalutato, e molti divorziati non sono a conoscenza delle tutele economiche di cui possono beneficiare.
L’assegno successorio: cos’è e quando spetta?
L’assegno successorio è un istituto giuridico che trova la sua origine nell’articolo 9-bis della Legge 898 del 1970, che regolamenta il divorzio in Italia. Questo assegno si riferisce al diritto dell’ex coniuge divorziato di continuare a ricevere un supporto economico, in forma di mantenimento, anche dopo la morte dell’ex partner.
Per poter accedere a questo assegno, il richiedente deve trovarsi in uno stato di bisogno economico e deve aver ricevuto precedentemente un assegno di mantenimento dal defunto. È fondamentale sottolineare che l’assegno successorio non è un diritto automatico, ma deve essere richiesto formalmente al tribunale, il quale valuterà le circostanze.
La richiesta dell’assegno successorio deve essere presentata all’autorità giudiziaria. Durante la valutazione, il tribunale prende in considerazione diversi fattori, tra cui:
- Lo stato di bisogno economico del richiedente.
- L’importo dell’assegno di mantenimento percepito.
- La pensione di reversibilità eventualmente spettante.
- Il patrimonio ereditario lasciato dal defunto.
- Il numero degli eredi e le loro condizioni economiche.
Queste valutazioni rendono chiaro che l’assegno successorio non è solo una questione di diritto, ma anche di equità e giustizia sociale. La corte deve determinare se gli eredi sono in grado di continuare a sostenere l’ex coniuge e se è opportuno che lo facciano.
È importante chiarire la distinzione tra l’assegno di mantenimento e l’assegno successorio. Il primo è un sostegno economico stabilito durante il divorzio, mentre il secondo è un diritto che può sorgere dopo la morte dell’ex coniuge. L’assegno di mantenimento è un obbligo che può variare nel tempo e può essere modificato in base alle circostanze economiche, mentre l’assegno successorio è legato alla successione e ai beni lasciati dal defunto.