Perché non far conoscere il Congo attraverso una mostra fotografica? E’ quello che la fotografa Paola Meloni ha fatto attraverso “Babambombo wow!”, un’esposizione che a breve arriverà a Milano. Lei è una fotografa italiana impegnata da circa cinque anni nei reportage sociali e nell’ultimo anno si è avvicinata anche alla fotografia in terapia. Svolge servizi fotografici in collaborazione con Ong (in Nicaragua, Burkina Faso e Giordania), ed è anche impegnata con i malati di Alzheimer anziani attraverso una compagnia teatrale e con fotografi di reportage che segue in giro per l’ Italia.
Tra i suoi tanti impegni, c’è progetto che attraverso appunto la fotografia, nasce con lo scopo di far conoscere la popolazione congolese, più precisamente della zona del Kasai, nota principalmente per le sue miniere di diamanti ma anche per il dramma che la coinvolge.
Il triste futuro di Kasai si fa sempre più drammatico, infatti, a causa di una violenza inaudita: uccisioni, mutilazioni e torture. Basti pensare che l’ONU ad agosto denunciava oltre 250 persone uccise tra cui 60 bambini in appena 3 mesi.
La guerra civile è iniziata un po’ di mesi fa in quattro province della Repubblica del Congo e sta mettendo in agitazione la comunità internazionale. Il conflitto è nato per ragioni locali ed è diventata una rivolta contro il presidente Joseph Kabila che non vuole andare al voto. Ad aumentare gli attacchi contro la popolazione, tra marzo e giugno, anche le forze armate e la milizia filo governativa Bana Mura insieme ai ribelli Kamuina Nsapu.
La fotografa Paola Meloni ha vissuto per un anno a Tshimbulu, dove svolgeva il Servizio Civile Nazionale all’estero con l’Ong COE (Centro Orientamento Educativo), ed è poi tornata in Italia poco prima che i disagi politici cominciassero.
Ed è proprio in virtù di questa guerra che è nata l’idea della fotografa di dedicare alle popolazioni locali i suoi scatti realizzati a Tshimbulu, nella regione centrale del Kasai, che ad agosto del 2016 è stata nel mirino della guerra civile.
«E’ con la semplicità di questa serie di scatti che non urlano», commenta la fotografa, «che voglio rendervi partecipi di una quotidianità che ormai non esiste più da oltre un anno».
La fotografa spiega che dopo il suo rientro in Italia, ha iniziato a lavorare alla creazione della mostra fotografica per poter raccontare, attraverso le immagini, le storie di un popolo che prima della guerra civile viveva in condizioni tranquille e che ora purtroppo si trova ad affrontare una realtà di costante terrore.
Il conflitto del Congo è diventata una delle emergenze umanitarie più importanti nel continente africano, in Kasai 1,3 milioni di persone hanno lasciato le loro terre per dislocarsi in altre regioni del Paese; in 300.000 si sono rifugiati all’estero, di cui 30.000 in Angola.
La mostra verrà inaugurata sabato 14 ottobre 2017 alle 19,00 alla Galleria Silva di Via Olona, 25 a Milano e rimarrà aperta per sei giorni.
L’esposizione si compone di 12 manifesti di dimensione 2×3 metri, più un manifesto introduttivo dove sono riportati i dati geopolitici. Ciascun manifesto è composto da 8 immagini. Ogni manifesto offre una mini-narrazione sulla vita degli abitanti sia dal punto di vista materiale che psicologico, che si intrecciano e si dipanano intorno a una parola-chiave.
di Roberta De Nardis