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Baby Pit Stoppers cresce grazie al crowdfunding

Diventare genitori non significa necessariamente dover rinunciare a uscire con gli amici, visitare nuove città o semplicemente fare delle belle passeggiate all’aria aperta con i propri bambini. Troppo spesso però le mille esigenze di un neonato mal si sposano con la vita “on the road”. Per conciliare l’utile al dilettevole nel 2015 è nata Baby Pit Stoppers, una piattaforma dedicata ai neogenitori o ai baby sitter che consente di scambiarsi informazioni utili sui loghi più attrezzati nelle vicinanze.

In particolare i criteri di valutazione dei locali sono quattro: devono offrire uno spazio confortevole per allattare, uno per cambiare un pannolino, devono garantire la possibilità di scaldare un biberon e la possibilità di accedere facilmente con un passeggino.

L’app, che ha riscosso in un anno un grande successo, in questi giorni ha deciso di fare un salto di qualità affidandosi al crowdfunding. E’ stata lanciata, dunque, sulla piattaforma Produzioni dal Basso una raccolta fondi con l’obiettivo di raggiungere un “goal” da 80 mila euro. L’iniziativa, che andrà avanti fino al 15 febbraio, ha già ottenuto più di 1300 euro in pochi giorni ed è senza dubbio destinata a portare a casa l’obiettivo al quale ambisce.

«Il concetto di baby pit stop non lo abbiamo inventato noi», si legge nel sito. «E’ nato 12 anni fa da un’intuizione de La Leche League che negli anni è arrivata a raccogliere oltre 200 negozi accoglienti verso le mamme che allattano e i loro piccoli. A ruota l’hanno seguita UNICEF, le Farmacie Amiche dell’Allattamento, l’Associazione Allattamento IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant) e tantissime reti locali che si sono attivate grazie all’impegno di gruppi di mamme volenterose, all’intuizione di esercenti illuminati, alla lungimiranza di istituzioni virtuose. Ma come abbiamo fatto a mapparli tutti? Semplice: lo abbiamo fatto tutti insieme. Migliaia di mamme e papà hanno trovato i migliori locali per i propri bambini e non vedevano l’ora di raccontarlo a tutti! Sulla web app chiunque può segnalare in pochi clic i baby pit stop che incontra e in questo modo contribuire a mappare il mondo con un’informazione capillare, sempre aggiornata e autentica. In un anno e mezzo abbiamo mappato dal basso oltre 2.600 baby pit stop, in ogni provincia d’Italia e alcuni anche all’estero (perché i genitori Baby Pit Stoppers sono anche un po’ Globetrotter!) e scoperto che esistevano sul territorio nazionale decine e decine di reti locali con obiettivi simili alle quali abbiamo offerto di caricare i loro punti bebé sulla piattaforma con logo e nome per massima trasparenza e per valorizzare il loro lavoro».

Qual è dunque l’obiettivo del crowdfunding? Quello di estendere la mappatura a tutto il mondo. Per farlo è stata costituita un’associazione di promozione sociale, Baby Friendly Society APS e i fondi raccolti serviranno a: portare a maturità tecnologica la piattaforma (housing hosting manutenzione + sviluppo app android e iOS + versione multilingue); dotare l’associazione di materiali di comunicazione integrata (sito landing page del progetto + video istituzionale + kit stampa + piano social media); assicurare che il progetto sia seguito e portato avanti con continuità da persone dedicate (project manager part-time inserito stabilmente) e figure professionali con le necessarie competenze tecniche (social media manager, fund raiser).

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Redazione