Il paradosso della nostra epoca, nella quale gli strumenti di comunicazione e informazione sono almeno raddoppiati rispetto a neanche un decennio fa, è l’incredibile quantità di notizie false, fake news, insomma bufale, che ogni giorno ci vengono propinate attraverso il web. Fatto, questo, che gioca a svantaggio di chi lavora nel mondo dell’informazione proprio attraverso il web e lo fa in maniera deontologica e corretta ma, fatto, dicevamo, soprattutto negativo per i lettori. La notizia manipolata, l’invenzione della notizia, la distorsione della notizia, non solo creano confusione e limitano gravemente la libertà di ognuno di accesso alle informazioni, ma contribuiscono, in maniera molto più subdola, a fomentare l’ignoranza e diffonderla come fosse manna dal cielo.
Una buona notizia – vera – arriva dal mondo politico, un’azione di contrasto potremmo chiamarla, ed è frutto dell’esasperazione di Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati, che ha lanciato una vera e propria iniziativa, un appello che può essere firmato da chiunque accedendo al sito www.bastabufale.it e condiviso sui social network con l’hashtag #bastabufale. Dice la Boldrini: «Essere informati correttamente è un diritto. Essere disinformati è un pericolo, perché ritengo che il web sia un importante strumento di conoscenza e democrazia. Ma spesso anche luogo di operazioni spregiudicate, facilitate dalla tendenza delle persone a prediligere informazioni che confermino le proprie idee», il che è più o meno quanto dicevamo in apertura.
Il seguito del discorso del presidente della Camera è ancora più interessante, se vogliamo, proprio perché mette in luce una realtà diffusa e forse non nota a tutti e rispetto alla quale segue una reazione, quella dell’appello appunto. Spiega infatti Laura Boldrini: «In rete sono nati fenomeni nuovi, come le fabbriche di bufale a scopo commerciale o di propaganda politica e certo giornalismo “acchiappaclick”, più interessato a incrementare il numero dei lettori anziché a curare l’attendibilità delle fonti».
E non verificare l’attendibilità delle fonti significa, in sostanza, consegnarsi al caos, contribuire ad allargare il raggio d’azione che le paure esercitano sulle persone, fomentare sentimenti di odio contro popoli e persone, diffondere notizie prive di valore scientifico capaci di danneggiare seriamente e irrimediabilmente la salute delle persone. Così, in modo risoluto, afferma la stessa Boldrini: «Questo è il tempo della responsabilità. È necessario mobilitarsi, ciascuno di noi deve fare qualcosa per contrastare la disinformazione e contribuire a tutelare la libertà del web e la dignità di chi utilizza questo spazio che offre enormi opportunità culturali, relazionali ed economiche».