Bici: un mezzo da premio Nobel per la pace

All’indomani dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2015 al Quartetto Nazionale per il dialogo tunisino, la trasmissione di radio2 Caterpillar ha lanciato un’originale candidatura per la prossima edizione del prestigioso premio mondiale: la bicicletta. Gli ideatori dell’iniziativa hanno stilato anche una serie di motivazioni secondo le quali sarebbe giusto attribuire il Nobel per la Pace 2016 al mezzo a due ruote.

Ecco le ragioni:

  • La bicicletta è il mezzo di spostamento più democratico a disposizione dell’umanità: permette a tutti di muoversi, poveri e ricchi. Riduce le differenze sociali.
  • La bicicletta non causa guerre: riduce il bisogno di petrolio e i conflitti si fanno spesso per il petrolio.
  • La bicicletta cambia il modello di sviluppo: ogni chilometro pedalato genera un beneficio di 16 centesimi di euro per la società, ogni chilometro percorso in auto provoca un danno di 10 centesimi. (Copenhagen Bicycle Account)
  • La bicicletta causa meno incidenti stradali: più di un milione di persone muoiono ogni anno nel mondo per incidenti stradali causati dal traffico motorizzato. La bicicletta uccide raramente.
  • La bicicletta non inquina: risparmiando le persone dal rischio di malattie e i sistemi sanitari dai costi delle cure. La bicicletta aiuta a restare in salute.
  • La bicicletta è stata un strumento dei movimenti di liberazione e resistenza di molti paesi. In Italia, durante l’ultimo conflitto, è stata il mezzo di trasporto privilegiato dalle staffette partigiane. Gino Bartali ha trasportato con la sua bicicletta documenti falsi che hanno messo in salvo ottocento ebrei perseguitati dal nazifascismo.
  • La bicicletta è un strumento di crescita per l’infanzia: rende i bambini autonomi e indipendenti.
  • La bicicletta elimina le distanze fra i popoli. I cicloviaggiatori sono accolti ovunque con favore: la bici è un mezzo che comunica rispetto e avvicina le persone e le culture.
  • La bicicletta “È la chiave di movimento e lettura delle grandi città. Un contributo sociale. E non ha controindicazioni. Fa bene al corpo e all’umore. Chi va in bici, fischietta, pensa, progetta, canta, sorride. Chi va in macchina, s’incattivisce o s’intristisce. La bicicletta non mi ha mai deluso. La bicicletta è sorriso, e merita il Nobel per la pace”. (Alfredo Martini, Marco Pastonesi, La vita è una ruota, Ediciclo, 2014).
Published by
Antonella Luccitti