La mobilità sostenibile è un diritto da difendere, a cominciare dalla consapevolezza e, contemporaneamente, lavorando per sfatare tutti quei falsi miti e luoghi comuni che riguardano i ciclisti e le loro biciclette.
Tenendo conto di questi elementi, a Torino, il 2 luglio, è prevista una grande manifestazione, il Bike Pride. Si tratta di un evento aperto a tutti purché, come recita lo slogan, si sia disposti a pedalare fuori dai luoghi comuni. Ad esempio è molto diffusa la diceria secondo cui le bici sarebbero pericolose per i pedoni, affermazione che lascia interdetti se si considerano ogni anno le vittime di incidenti stradali provocati da automobili e mezzi pesanti.
Altro pregiudizio che orbita intorno al mondo dei ciclisti è che questi rallenterebbero il traffico, cosa del tutto fuori luogo dal momento che la calca su strada è generata da ben altri fattori non imputabili alla bicicletta. Al contrario, non occorre un grande sforzo di ragionamento che conduce alla considerazione che, evidentemente, chi sta viaggiando in bici ha rinunciato all’automobile e quindi, in realtà, sta aiutando il traffico a funzionare meglio. Evidentemente, partecipare al Bike Pride aiuterebbe molta gente a ragionare anche in questo senso.
L’ennesimo stereotipo è quello che fa sentire tutti esperti e scienziati che, senza titoli e conoscenza alcuna, vanno dicendo che chi pedala nel traffico sta compiendo un’azione contro la propria salute perché respira più smog. Insomma, di stereotipi e pregiudizi ne esistono tanti e la manifestazione che si terrà a Torino il prossimo 2 luglio servirà a informare e sensibilizzare su questi temi e, si auspica, a far tacere dicerie che poi risultano essere dannose per tutti.
Sono circa 8 anni che l’associazione “Bike Pride Fiab” organizza questo evento sportivo per sensibilizzare e ricordare che utilizzare la strada in sicurezza è un diritto di tutti. La mobilità sostenibile andrebbe anzi incentivata, sull’esempio dei Paesi nordici con le loro splendide piste ciclabili e i servizi per chi ne usufruisce. Il fatto che l’Italia su questo punto sia molto indietro, non significa però che sia ragionevole arrendersi, dal momento che – e questo sì è un dato di fatto – pedalare aiuta l’ambiente, la salute e incide notevolmente sul risparmio.