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Boe tecnologiche per salvaguardare i capodogli

Per salvaguardare i capodogli dalla collisione con le navi attraverso un’azione più estesa di sensibilizzazione di tutti gli operatori interessati è stato firmato un protocollo dai partner del progetto triennale per la conservazione dei capodogli, Whalesafe, cofinanziato dall’Unione Europea tramite il programma Life+, promosso dall’Università degli Studi di Genova, Costa Edutainment, Direzione Marittima di Genova Capitaneria di Porto di Savona, Softeco Sismat e Costa Crociere.

Tale protocollo prevede 4 livelli di allarme identificati da 4 colorazioni diverse: verde, assenza di capodogli; giallo, presenza di uno o più capodogli in immersione; arancione, presenza di uno o più capodogli in superficie senza rischio di collisione con imbarcazioni; rosso, presenza di uno o più capodogli con rischio di collisione in corso.

I livelli di allarme vengono definiti dalla Capitaneria di Porto di Savona in base alle segnalazioni giunte dalle quattro boe tecnologiche di monitoraggio, messe a maggio scorso e che sono equipaggiate con idrofoni per l’ascolto dei suoni dei capodogli, e poi inviate via radio alle imbarcazioni presenti in zona.

Come ha spiegato Mauro Taiuti, ordinario di fisica nucleare all’Università di Genova: «Ogni ora le balene trascorrono 40/50 minuti in immersione, poi riemergono per respirare mettendosi a pelo d’acqua. In quel momento il rischio collisione è altissimo, soprattutto di notte quando le navi non possono certo vederle. Ma noi abbiamo la possibilità di prevedere esattamente il punto in cui torneranno in superficie seguendo il loro movimento sott’acqua».

Secondo le ultime stime l’8% dei capodogli avvistati nel Mar Ligure e circa l’8% di quelli avvistati nel Mediterraneo presentano segni di collisione.

Inoltre, il documento definisce anche 3 aree in caso di presenza di capodogli in superficie: zona no transito, in un raggio di 100 metri di distanza dal capodoglio; zona transito, in un raggio entro i 500 metri di distanza dal capodoglio ad una velocità consentita di 6 nodi; zona di allerta, entro un raggio di 3 miglia dal punto di registrazione del capodoglio in superficie, con richiesta da parte delle navi che si trovano in zona di procedere con molta cautela e adoperando degli osservatori a bordo per monitorare i possibili spostamenti del capodoglio schivando così eventuali urti.

 

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Redazione