Si tratta chiaramente di una cattiva informazione che va a danneggiare l’operato di organizzazioni del Terzo settore. Basti pensare che più della metà degli italiani (52%) ritiene che i soldi delle donazioni benefiche vengano raramente utilizzate secondo i fini dichiarati e il 15,7% sostiene che questo non accada mai. Quasi metà degli italiani, il 44% crede che i soldi donati per il terremoto non siano stati usati correttamente, ignorando che tali donazioni, come ricordato a più riprese dalla Protezione Civile, serviranno per la ricostruzione e non per l’emergenza, coperta dallo Stato.
Le bufale hanno però meno presa su chi vive il volontariato in prima persona e che dimostra di avere più fiducia: due italiani su tre che fanno volontariato sono infatti convinti che i soldi delle donazioni vadano a buon fine e più della metà dei volontari ha fiducia nell’utilizzo dei fondi per il terremoto.
«Il diffondersi di falsità è una vera emergenza democratica», ha commentato il presidente del Centro Nazionale per il Volontariato Edoardo Patriarca nel corso del seminario milanese “La realtà da ricostruire, narrazioni sociali e post-verità“, promosso in collaborazione con il Banco BPM. «Il civile deve reagire perché siamo di fronte a un’emergenza democratica: abbiamo il compito di comunicare bene e generare narrazioni che aiutino anche la politica e la società a ragionare e a superare paure e luoghi comuni».
Due le fasi del seminario: nella prima “L’era della disinformazione: vittime, carnefici, anticorpi” sono intervenuti Matteo Cidda, responsabile della Direzione Comunicazione del Banco BPM, Walter Quattrociocchi, coordinatore del CSSLab dell’IMT di Lucca ed esperto mondiale di questi temi, Giovanni Sarani dell’Osservatorio di Pavia e Mariano Galizia del CSA – Centro di Statistica Aziendale.