Come sappiamo, negli ultimi tempi, molte sono state le novità introdotte nell’ambito della scuola con sperimentazioni, modifiche, progetti. L’ultimo si chiama Buon Senso (qui la pagina da consultare) ed è particolarmente interessante e innovativo, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Casa editrice Laterza insieme al partenariato della RAI.
Lo scopo è questo: rafforzare le capacità critiche degli studenti attraverso lo studio e l’approfondimento di questioni attuali e urgenti tra cui, ad esempio, l’immigrazione e – con tanto buon senso – evitare che il lavorio di cervelli rimanga fine a se stesso. Il passaggio successivo prevede infatti che, a termine del percorso, siano i ragazzi stessi a produrre materiali come saggi brevi, reportage, cimentarsi in dibattiti, allestire spettacoli teatrali che alla fine andranno a confluire in un concorso dedicato.
Tale iniziativa è stata presentata dal Miur dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli insieme all’editore Giuseppe Laterza, con il supporto del direttore del TGR RAI Vincenzo Morgante e della direttrice di RAI Cultura Silvia Calandrelli.
Saranno 9 le scuole che aderiranno al progetto Buon Senso: il liceo Scacchi, il liceo Socrate e il liceo G. Salvemini di Bari; l’Istituto di Istruzione Superiore Carlo Urbani, il liceo Pilo Albertelli e l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Giorgio Ambrosoli di Roma; l’Istituto di Istruzione Superiore Galilei Ferrari, l’Istituto di Istruzione Superiore Avogadro e il liceo M. D’Azeglio di Torino.
Non si tratterà esattamente di una passeggiata per gli studenti delle scuole succitate: imparare a documentarsi, ad accedere alle informazioni corrette e a mettere in discussione punti di vista e magari qualche erronea convinzione non è lavoro da poco. Diventa però necessario in una società come quella attuale in cui forse un eccesso di tecnologie e informazioni fuorvianti presenti sui social network hanno finito per creare confusione, togliendo tempo e spazio alla riflessione e all’approfondimento.
Rispetto a queste evidenze il programma del Miur – si spera che l’esperimento vada a buon fine – non è da sottovalutarsi, proprio perché interviene direttamente sulle problematiche maggiori della società attuale cercando una soluzione alla radice. Gli studenti potranno contare sull’aiuto di un docente che fungerà da tutor e li aiuterà a dotarsi di tutti quegli strumenti necessari a superare le barriere dei luoghi comuni che abitano le realtà sociali per arrivare a formulare un’opinione corretta e non fuorviante. Esattamente come ha dichiarato Giuseppe Laterza, d’altronde, «ci vuole buon senso per esprimersi su un tema difficile come quello dell’immigrazione».
Ma non sarà solo la famosa casa editrice a dare sostegno a questo progetto, parteciperanno infatti anche partner molto accreditati tra cui giornali e reti televisive, web media, gruppi teatrali e associazioni ed anche istituti di ricerca e fondazioni culturali. Una cooperazione a 360 gradi in cui ciascuno farà la propria parte mettendo a disposizione saperi, tecniche e competenze. Un modo diverso di concepire la scuola, aperto e innovativo. Hanno già dato aperta adesione la Banca d’Italia, il Centro sperimentale di cinematografia, la Fondazione Giovanni Agnelli, la Fondazione Musica per Roma, la Gazzetta del Mezzogiorno, l’Istat, La Repubblica, La Stampa, Penny Wirton, RAI, Teatro Kismet. Stiamo parlando di nomi importantissimi e in effetti è stato scelto il meglio.
«Sono particolarmente soddisfatta di presentare questo progetto che abbiamo fortemente voluto e che rappresenta un’offerta importante che facciamo alle scuole – ha commentato il ministro Valeria Fedeli – perché vengono proposti percorsi di cittadinanza attiva e consapevole per le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Con i partner dell’iniziativa stiamo prendendo un impegno significativo, stiamo condividendo la responsabilità di educare le nuove generazioni, di fornire loro strumenti e conoscenze per far sì che possano interpretare il mondo e comprendere i fenomeni e le questioni che interessano le società in cui viviamo. Società che sono sempre più complesse e globali, attraversate da mutamenti repentini. Questo schieramento di forze e di volontà è un chiaro esempio di cosa sia una forte alleanza educativa, di come si possa sostenere in maniera efficace e convinta le scuole nei loro percorsi formativi. Di come sia necessario il contributo di tutti, ciascuno per le proprie funzioni e per la propria parte di responsabilità. Un grazie, quindi, è doveroso ai partner e alle scuole partecipanti».
Sicuri che questo progetto sostenuto da capacità e intelligenze multiple possa alla fine aiutare i ragazzi a sviluppare coscienza critica, buon senso e amore per il dialogo, auspichiamo che sperimentazioni di questo genere siano sempre più frequenti nel corso del tempo, fino a diventare prassi comuni nelle scuole.