Vicino Bristol, in Inghilterra, esiste una cittadina, Congresbury, popolata da appena 3.500 persone che quest’anno si è aggiudicata il premio di “villaggio più gentile d’Europa”. Uno strano guinness dei primati, a ben vedere, ma certamente degno di essere raccontato perché si tratta di un titolo conquistato attraverso la collaborazione di tutta la comunità.
Lo scorso gennaio, in occasione della celebrazione dell’anniversario della chiesa anglicana locale – la St. Andrews – i fedeli hanno lanciato una sfida: per ciascuno degli anni compiuti dalla chiesa avrebbero corrisposto pari numero di “atti di gentilezza” che sarebbero stati trascritti e conservati in un’apposita cassetta all’interno della sagrestia.
La chiesa compiva 800 anni tondi tondi e 800 avrebbero dovuto essere le buone azioni.
Ebbene, la ridente comunità ha recepito e vinto la sfida, tanto da meritarsi delle speciali menzioni da parte dei media nazionali. Che la gentilezza sia diventata così rara? I primi a non aspettarsi tanta notorietà sono stati proprio gli abitanti della contea, non per niente la promotrice dell’iniziativa Becky North ha dichiarato con stupore: «Non l’abbiamo fatto per diventare famosi, non ci aspettavamo tanta notorietà per così poco».
Il grafico delle buone azioni è stato affisso in bella mostra sull’antica chiesa e il numero dei comportamenti gentili ha abbondantemente superato quota 800.
Il risultato è un bel mix di inni alla vera e propria generosità, solidarietà, operosità pubblica e simpatica creatività. Si passa infatti da chi ha dichiarato guerra ai rifiuti sulle strade a chi ha pagato il caffè al vicino in coda alla cassa, dall’uomo che ha messo a nuovo la panchina arrugginita di un parco alla donna che ha offerto conforto e compagnia a un malato solo. E ancora: c’è chi ha regalato del vestiario ai senzatetto e chi ha trasportato la spesa degli anziani fino a casa.
Un concentrato di generosità espresso in buoni comportamenti, chissà che non diventi un’epidemia buona, così buona da poterla raccontare ancora.