E’ stato presentato nei giorni scorsi, al cinema Astra di Modena, il film-documentario «Ca’ Nostra» del regista Cristiano Regina. La pellicola partecipa all’ottava edizione del doc-festival Modena Viaemili@ e racconta come trascorrono le giornate tre anziani, affetti dall’Alzheimer, che hanno scelto di aderire a un nuovo modello di coabitazione ampliamente diffuso nei Paesi del nord Europa ma del tutto nuovo in Italia. Ca’ Nostra, questo il nome dell’inedita esperienza di welfare da cui Regina ha tratto il titolo per la sua fatica, nasce proprio a Modena ed è una formula di assistenza per anziani che cerca di coniugare il calore domestico con l’efficienza di un organismo progettato per aiutare le persone di terza età affette da demenza senile o altri deficit cognitivi.
Una terza via, dunque, tra struttura a domicilio e un eventuale ricovero in un complesso per anziani. L’esperimento, il cui nome non è altro che l’espressione “casa nostra” in dialetto modenese, basa il proprio successo sulla condivisione di risorse e su una fitta rete di volontariato capace di offrire ottime soluzioni logistiche e di cura. Anche il Comune di Modena è sceso in campo: per rendere il progetto realmente efficace, ha messo a disposizione un’abitazione che è oggi diventata la sede di Ca’ Nostra e, soprattutto, la nuova casa per alcune anziane donne modenesi.
Prima di Ca’ Nostra, le vecchiette vivevano presso le proprie dimore insieme alle rispettive assistenti. Ora invece possono contare sulla presenza di due collaboratrici e su una fitta rete di organi previdenziali quali l’Inps, le associazioni di volontariato – in particolare il Centro Servizi Volontariato di Modena – e, ovviamente, l’affetto dei loro cari. A proposito dei parenti delle anziane, è importante dire che tra i molteplici vantaggi di Ca’ Nostra molti riguardano anche i familiari delle persone affette da malattie cognitive: non è facile per loro, infatti, assistere allo spegnimento del ricordo della persona a cui si vuol bene. L’Alzheimer è una malattia particolarmente cattiva perché porta via colui che amiamo lentamente togliendogli la memoria. Sapere però che il proprio caro è al sicuro, poter fare affidamento sulla catena di solidarietà che questa innovativa formula di cohousing consente e poter condividere il proprio dolore o, semplicemente, i propri dubbi con i familiari delle altre persone che vivono a Ca’ Nostra, è un aiuto prezioso: spesso si attiva una forma di sostegno tra le famiglie degli anziani che, in virtù del vivere la stessa delicata esperienza, allacciano maggiormente legami. La condivisione c’è, non solo tra chi soffre perché è malato, ma anche tra chi subisce la malattia essendo testimone del cambiamento del proprio caro.
Chi vive a Ca’ Nostra evita la solitudine, ha la possibilità di usufruire di aiuti costanti ed è stimolato a interagire con gli altri anziani. La casa stessa viene arredata al fine di stimolare la memoria: c’è chi porta con sé le foto di una vita, chi allena la mente suonando il proprio pianoforte: tutto pur di rallentare la frammentazione del ricordo.