Oggi è il primo di aprile e si apre, simbolicamente, la grande stagione delle gite scolastiche o, per meglio dire, dei viaggi d’istruzione. Un momento particolarmente atteso dagli studenti, temuto dai dirigenti scolastici, vissuto in modo ambivalente dai docenti.
Spiace dirlo, ma ho la sensazione che in larga parte dei casi, si tratti di un’occasione perduta o, quanto meno, largamente sottoutilizzata. Ed è un vero peccato. Gli studenti hanno l’occasione di vivere insieme – intensamente – per qualche giorno, visitando luoghi, incontrando persone e situazioni che vanno oltre la loro quotidianità. Tuttavia molti sono disattenti e distratti e, su tutto, sembra prevalere l’aspetto goliardico. I docenti avrebbero l’occasione di socializzare con i loro studenti in modo “non formale” (e per fortuna qualche volta accade) ma il più delle volte rischiano di assomigliare più a bodyguard che a guide esperte e compagni di viaggio. I dirigenti aspettano soltanto la fatidica notizia che tutti siano incolumi e nessuno abbia subito danni. Per tutti, rientrati dal viaggio, la parentesi è chiusa. Esatto, si tratta di una parentesi che, a volta a volta, può avere più o meno successo.
Eppure siamo convinti che ciascuno abbia l’aspirazione di fare qualcosa di meglio, di programmare percorsi che abbiano un senso, di condividere momenti di conoscenza e di incontro autentici. Ma per ottenere questo risultato è necessario ripensare alla radice il senso e l’organizzazione del viaggio di istruzione. Forse lo spunto per favorire una riflessione può essere fornito, ancora una volta, da un approccio “responsabile”, da un “turismo responsabile a scuola”.
È quanto hanno fatto a Bologna, nel lontano 2011, alcuni insegnanti del Liceo “N. Copernico” quando hanno avviato un lavoro di approfondimento che ha portato all’elaborazione di una prima carta sul turismo scolastico, ispirata ai principi dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile.
Il percorso è stato ulteriormente perfezionato l’anno successivo, sempre a Bologna, in occasione del seminario “Per un turismo di qualità: esperienze di viaggi d’istruzione in Italia e all’estero” e del workshop “Quale via per un turismo responsabile a scuola”, eventi promossi da COSPE e Yoda, in collaborazione con il Festival del Turismo Responsabile IT.A.CA’, AITR, Coonger e Provincia di Bologna. Nel 2013, infine, il documento è stato messo a punto in occasione del world cafè “Per una carta condivisa del turismo scolastico responsabile” realizzato nell’ambito del Festival IT.A.CA’.
La Carta Etica del Turismo Scolastico, in definitiva, propone i seguenti obiettivi:
- promuovere i principi ed i valori del turismo responsabile presso le istituzioni scolastiche e ogni soggetto/ente preposto a organizzare viaggi di istruzione;
- promuovere la pratica di organizzare i viaggi di istruzione secondo i principi del turismo responsabile;
- avvalersi del viaggio di istruzione come strumento pluridisciplinare di apprendimento e che possa arricchire i curricula degli studenti che vi svolgono un ruolo attivo;
- utilizzare i viaggi di istruzione come un’importante opportunità di cittadinanza attiva da parte dei ragazzi.
Nel ringraziare quanti hanno concorso all’elaborazione della Carta Etica del Turismo Scolastico proponiamo ai nostri lettori la consultazione del testo integrale.
Raccomandazioni
In applicazione dei principi sopra elencati, suggeriamo, senza pretesa di esaustività, alcune linee guida o raccomandazioni a cui ispirarsi nella realizzazione dei viaggi di istruzione e che possono servire ad arricchire e approfondire i moduli didattici già previsti nei curricula scolastici.
A SCUOLA: PRIMA DELLA PARTENZA
(per dirigenti, insegnanti e studenti)
- coinvolgere i ragazzi nella scelta, nei contenuti e nell’organizzazione del viaggio, riducendo al minimo gli interventi di divulgazione frontale, privilegiando il lavoro di gruppo e dando spazio alle diverse aspettative. Per i ragazzi, in particolare per gli istituti ad indirizzo turistico, può rappresentare un’esperienza di “formazione in azione”;
- diversificare le mete, tenendo presente anche l’enorme valore (culturale, artistico, storico) delle località “minori”, anche in Italia e cercare il maggior numero di informazioni possibili sul luogo/paese che ci si appresta a visitare: storia, cultura, economia, natura, religione, gastronomia;
- verificare la possibilità di organizzare il viaggio non solo durante i mesi canonici (aprile/maggio) ma anche durante l’anno scolastico. Qualora possibile, privilegiare i viaggi di scambio con accoglienza in famiglia che consentono un’esperienza diretta con le persone del luogo e un abbattimento dei costi;
- valutare la possibilità di riconoscere crediti formativi agli studenti che si impegnano nell’organizzazione del viaggio (ad es. ricerca di informazioni) al di fuori dell’orario scolastico;
- capitalizzare e analizzare l’esperienza già vissuta negli anni precedenti dai ragazzi o da altre scuole, con le quali entrare in contatto, creando anche una rete tra i vari referenti;
- lavorare per la creazione di un “progetto” su una tematica sulla quale lavorare durante tutto l’anno scolastico affinché il viaggio diventi un momento di apprendimento esperienziale integrato nel progetto didattico. Questo agevolerebbe anche la possibilità di ottenere partnership con privati disposti a sostenere i progetti (e i viaggi), e finanziamenti da enti pubblici;
- creare progetti in sinergia con i Tour Operator/Associazioni, per identificare pacchetti di turismo scolastico adeguati alle esigenze didattiche e pertanto replicabili dalle scuole;
- scegliere agenzie di viaggio/Tour Operator professionali ed eticamente orientati (soggetti dotati di regolare licenza per la commercializzazione e/o con patentini conformi alle normative locali vigenti);
- richiedere agli organizzatori di viaggio e/o agli erogatori di servizi garanzie sulla qualità del viaggio da un punto di vista etico (ambientale, economico, sociale).
IN VIAGGIO
(per insegnanti e studenti)
- organizzare incontri con rappresentanti della comunità locale, associazioni, per conoscere esperienze e storie individuali e collettive;
- prevedere momenti di condivisione della vita quotidiana locale, privilegiando soggiorni presso strutture ricettive adeguate a questo scopo;
- privilegiare esperienze pratiche, osservazioni dirette e raccolta dati sul campo, la creazione di diari di viaggio o blog che aiutino a documentare e trasmettere l’esperienza anche da un punto di vista emotivo;
- qualora possibile, prevedere momenti di esplorazione della natura rispettando l’ambiente, meglio se accompagnati da una guida esperta del posto;
- ridurre il più possibile l’impronta ecologica della classe (riduzione dei rifiuti, utilizzo di trasporti collettivi, riduzione degli sprechi del consumo di acqua, energia, ecc.);
- privilegiare servizi turistici (trasporti, strutture ricettive, servizi, ecc.) gestiti dalla popolazione locale, per sostenere l’economia del territorio, e a basso impatto ambientale;
- privilegiare pasti a base di prodotti tipici locali, anche laddove si tratta di pranzo al sacco (meglio se costituito da prodotti locali che i ragazzi possono acquistare direttamente dai produttori che vanno a visitare: caseifici, forni e panetterie, frantoi, ecc.);
- osservare elementari norme di comportamento nel rispetto della comunità ospitante e dell’ambiente (rispetto delle regole, non assumere comportamenti offensivi per usi e costumi locali, scegliere un abbigliamento consono, chiedere il permesso per realizzare foto e video, non prendere souvenir dagli ambienti naturali e/o dai siti archeologici; non acquistare prodotti fatti con piante e/o animali a rischio di estinzione).
A SCUOLA: AL RIENTRO DAL VIAGGIO DI ISTRUZIONE
(per dirigenti, insegnanti e studenti)
- proseguire il “percorso” di formazione intrapreso con il viaggio anche dopo, per riflettere, fare sintesi, elaborare i dati e l’esperienza (attraverso discussioni, elaborati scritti, questionari, ecc.);
- tradurre possibilmente l’esperienza vissuta in un prodotto (video, foto, sito, ecc.) allo scopo di conservarne la memoria e renderla fruibile da chi desidera ripetere l’esperienza o diffonderla presso un pubblico più ampio;
- prendere spunto dal viaggio, dagli stimoli e dagli incontri fatti per elaborare progetti con una ricaduta sulla scuola e sul territorio di appartenenza, individuando associazioni che lavorano sul tema del viaggio (educazione alla legalità, all’ambiente, interculturale, ecc.);
- mantenere relazioni e legami con le persone, le associazioni, le istituzioni del luogo visitato;
- valutare l’impatto ecologico del viaggio e individuare eventuali forme di “compensazione”;
- facilitare la traduzione dell’esperienza in azioni concrete e promuovere percorsi di cittadinanza attiva.