Quando slittano i tempi sulla decadenza delle cartelle esattoriali? È bene fare attenzione: in alcuni casi il termine è di 85 giorni.
Recentemente, la Corte di Cassazione ha chiarito una questione di fondamentale importanza riguardante la decadenza e la prescrizione di atti e cartelle esattoriali, stabilendo che in specifiche circostanze i termini si allungano di 85 giorni. Questa decisione si basa su una serie di eventi legati alla sospensione dei termini avvenuta durante il periodo dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e potrebbe avere un impatto significativo per molti contribuenti.

La decisione della Corte di Cassazione di estendere i termini di decadenza e prescrizione di 85 giorni rappresenta un passo importante verso una maggiore equità nel sistema fiscale italiano. I contribuenti devono prestare attenzione a queste modifiche e pianificare di conseguenza, per garantire di non perdere i propri diritti in un contesto così complesso e in continua evoluzione.
Decadenza e sospensione delle cartelle esattoriali: i termini
Il decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, noto anche come “Cura Italia”, ha introdotto misure straordinarie per affrontare le sfide economiche e sociali legate alla pandemia. In particolare, l’articolo 67 stabiliva che i termini relativi a liquidazioni, controlli, accertamenti e riscossione delle imposte erano stati sospesi dall’8 marzo al 31 maggio 2020. Questa sospensione ha generato interrogativi su come dovessero essere gestiti i termini di decadenza e prescrizione, specialmente per gli atti già in corso durante quel periodo.
La questione ha creato confusione e ha portato a due diversi orientamenti da parte delle corti tributarie. Un primo orientamento sosteneva che lo slittamento dei termini dovesse applicarsi a tutti gli atti in corso durante la sospensione. Un secondo orientamento limitava l’applicazione dello slittamento solo agli atti la cui scadenza era prevista entro il 31 dicembre 2020.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 960 del 15 gennaio 2025, ha finalmente chiarito la situazione, stabilendo che lo slittamento si applica a tutti gli atti in corso durante il periodo di sospensione.
La decisione della Corte di Cassazione ha importanti conseguenze pratiche. Per quanto riguarda le cartelle esattoriali, ad esempio, il termine di prescrizione decorre dal giorno della notifica e varia da 3 a 10 anni, a seconda del tipo di tributo. Grazie alla nuova interpretazione, anche le cartelle notificate prima dell’8 marzo 2020, che non erano ancora prescritte, vedranno i loro termini allungati di 85 giorni.
Ad esempio, se un contribuente riceve una cartella esattoriale il 13 dicembre 2019 per il pagamento dell’IMU e non fosse stata applicata la sospensione, la cartella si sarebbe prescritta il 14 dicembre 2024. Tuttavia, poiché la cartella era in corso durante la sospensione, la prescrizione si estende fino al 10 marzo 2025.
Riflessioni sui diritti dei contribuenti
Questa estensione dei termini di prescrizione e decadenza rappresenta un importante strumento di tutela per i contribuenti, specialmente in un periodo di incertezze economiche come quello attuale. Infatti, la possibilità di avere un margine di tempo maggiore per contestare cartelle esattoriali o per presentare richieste di autotutela può fare una grande differenza per molti.
Tuttavia, è fondamentale che i contribuenti siano informati riguardo alle nuove scadenze e ai diritti che possono esercitare. La mancata consapevolezza di queste novità potrebbe portare a conseguenze indesiderate, come il pagamento di somme non dovute o la perdita di opportunità di contestazione di cartelle ritenute illegittime.