I debiti fiscali sono una spina nel fianco e liberarsene non sempre è facile. Arrivano nuove regole nel 2025: nessuna via di scampo
Nel mondo fiscale non va liscio come l’olio. Ci sono contribuenti che non pagano il dovuto e le cartelle esattoriali fioccano. I motivi sono diversi ma quello che è certo è che lo Stato prende provvedimenti per far si che tutto si metta a posto.
Tutte quelle persone che hanno debiti con lo Stato devono assolutamente fare attenzione al nuovo decreto legislativo n. 110/2024. La nuova legge infatti porta grandi cambiamenti nel 2025, soprattutto per ciò che concerne le regole per il pagamento dei debiti fiscali e la gestione delle cartelle esattoriali.
Le novità sono tre che adesso andremo ad analizzare e che vanno in contro sia ai debitori che al creditore pubblico. A cominciare dalla rateizzazione: modo efficace per alleggerire il peso sul conto corrente dei non pagatori.
Ecco come lo Stato ha deciso di farsi saldare i debiti
Le nuove regole sui pagamenti delle cartelle esattoriali prevedono interessanti agevolazioni per chi ha dei debiti con lo Stato, che suddividiamo in tre gruppi:
1. Rateizzazione dei debiti fiscali più lunga e flessibile: Chi deve pagare le tasse arretrate potrà farlo a rate più lunghe, fino a 7 anni (84 rate mensili), senza dover dimostrare difficoltà economiche per debiti di importo più basso. Per debiti sopra i 120.000 euro sarà necessario presentare documenti che confermano una reale difficoltà economica, e le rate possono arrivare fino a 10 anni (120 rate). Le scadenze per le rate inoltre diventeranno sempre più lunghe negli anni successivi (fino a 9 anni dal 2029). Perché questa scelta? Il governo vuole aiutare chi è in difficoltà, ma anche assicurarsi che i pagamenti siano gestibili e che le tasse vengano effettivamente saldate.
2. Cancellazione automatica delle cartelle dopo 5 anni: Dal 2025, le cartelle esattoriali non saldate entro 5 anni verranno “scaricate”. Questo significa che il debito non viene annullato, ma l’Agenzia delle Entrate non continuerà a inseguire il pagamento e restituirà il compito all’ente che lo ha originato (ad esempio, il Comune o lo Stato). Se emergono nuovi beni o redditi del debitore, l’ente creditore potrà riprendere la riscossione. E’ una strategia che serve a evitare che l’Agenzia delle Entrate sia bloccata da pratiche che non portano risultati, concentrandosi invece su casi più recuperabili.
3. Valutazione delle difficoltà economiche: Per accedere ai piani di pagamento più lunghi, si utilizzeranno criteri specifici:
– Per le persone fisiche, l’indicatore ISEE valuterà il reddito e la situazione economica del nucleo familiare.
– Per le imprese, si considereranno indici finanziari, come la liquidità e la capacità di produzione.
– Chi ha subito danni eccezionali, come quelli da calamità naturali, può presentare certificazioni che attestano la situazione critica per avere trattamenti speciali.
Queste novità puntano a semplificare le regole, rendere più facile il pagamento dei debiti e migliorare la gestione delle cartelle da parte dell’Agenzia delle Entrate.