L’appello è stato lanciato in Italia in occasione del recente Salone del Libro di Torino, da parte della nota organizzazione ambientalista Greenpeace, attaccata da una società canadese produttrice di carta, la Resolut Forest Product, che, a quanto risulta, avrebbe tentato di mettere a tacere il rapido disboscamento che sta interessando la foresta boreale canadese.
Dopo cause legali su cause, Greenpeace ha reagito com’era logico che fosse, portandole avanti e rispondendo colpo su colpo. Ma questa volta ha voluto andare ancora più a fondo, lanciando l’allarme su tutti quelli che vorrebbero minacciare, limitare, azzerare, la libertà di espressione. Di qui il senso dell’appello dell’Organizzazione lanciato proprio in occasione del Salone del Libro di Torino, rivolto agli scrittori, depositari del valore del libero pensiero, spesso profeti dei tempi futuri, scultori di parole che – in fortunati casi – sopravvivono a loro stessi e a tutti noi. Dunque chi meglio di loro per ricordare che nessuno ha il diritto di macchiarsi di uno dei più gravi reati al mondo? Le bocche devono parlare, le penne scrivere e così via. È la base della democrazia, verrebbe da dire, assurdo che si rivendichi un tale diritto, si potrebbe aggiungere. E invece si tratta di un ragionamento semplicistico che forse non porta proprio da nessuna parte. Proprio perché la libertà di espressione esiste, bisogna chiederla ogni giorno, esattamente come la democrazia. Dimenticarsene, pensare di possederla, è un pericoloso passo verso il mutismo della coscienza, del pensiero, della parola e dell’espressione.
Così 100 scrittori, italiani e non, hanno accolto l’appello di Greenpeace uniti nella consapevolezza che «la libertà di espressione è un pilastro delle società democratiche e pacifiche così come il diritto degli individui di organizzarsi e protestare senza intimidazione». Tra i firmatari del nostro Paese, Roberto Saviano, Erri De Luca, Zero Calcare, solo per citarne alcuni; mentre tra gli autori stranieri figurano nomi di tutto rispetto come J.M. Coetzee, Naomi Klein, Margaret Atwood, Ian McEwan, Alec Baldwin e tanti altri.
«Le case editrici e gli autori sono alleati naturali nella nostra lotta per proteggere la libertà di espressione. Vogliamo celebrare il potere delle parole e l’incredibile lavoro che gli autori e le case editrici fanno ogni giorno per garantire il pensiero critico e la diffusione delle idee nella nostra società. Ora, chiediamo loro di fermare questo pesante tentativo da parte di un’azienda della carta di silenziare il dissenso», ha detto Martina Borghi, Campagna Foreste di Greenpeace Italia».
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