A Firenze il primo esperimento di Pet Therapy in un reparto di psichiatria
All’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze c’è un “coach” peloso pronto a dare “una zampa” a pazienti con problemi di salute mentale.
Si tratta del primo esperimento, in Italia, di Pet Therapy in un reparto di psichiatria che ha coinvolto cinque pazienti psichiatrici e Chanel, una femmina di pastore tedesco.
Negli incontri di un’ora e mezza a seduta, i pazienti, accompagnati da una psicoterapeuta, la dottoressa Sabrina Ulivelli, e dall’addestratore del cane, hanno giocato, accarezzato, fatto mangiare e portato al guinzaglio la docile Chanel, imparando a conoscere il cane e a relazionarsi con lui, aumentando così la propria stima, fiducia e sicurezza.
Chanel con la sua semplicità ha permesso il recupero di una fase emotiva che la psicopatologia ha limitato. «Attraverso il rapporto di giocosità che si instaura», spiega il responsabile del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Ospedale dell’Annunziata, il dottor Stefano Castagnoli, «migliora la possibilità degli utenti di entrare in contatto con una realtà vera, che può essere amica e non minacciosa, aumenta la fiducia e produce un piccolo circuito virtuoso che favorisce il processo di cura».
In questo senso la relazione con un animale rappresenta un vero e proprio supporto terapeutico, riabilitativo, educativo e ludico-ricreativo per persone con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, come bambini, anziani, disabili, pazienti psichiatrici.
La Pet Therapy fu fondata nel 1961 dal neuropsichiatra infantile Boris M. Levinson per descrivere l’uso di animali da compagnia nella cura di malattie psichiatriche. Levinson, infatti, aveva osservato come la presenza del proprio cane alle sedute con pazienti pediatrici, con serie difficoltà di relazione e di comunicazione interpersonale, facilitasse l’instaurarsi della relazione tra terapista e paziente, funzionale all’inizio di una terapia. Secondo Levinson la chiave dell’efficacia terapeutica del partner animale sarebbe da ricercarsi nell’instaurarsi di un rapporto empatico.
In uno studio recente pazienti ospedalizzati, affetti da diverse patologie psichiatriche, hanno mostrato una diminuzione dei livelli d’ansia dopo una singola sessione di Pet Therapy. Per la maggior parte dei pazienti, i benefici ottenuti mediante la terapia con gli animali sono maggiori di quelli osservati dopo un’abituale sessione di terapia ricreazionale.
L’esperienza di Pet Therapy nel reparto di psichiatria si aggiunge a una serie di iniziative, dell’Azienda sanitaria di Firenze, di utilizzo di animali da compagnia. Nei reparti di terapia intensiva di quattro ospedali della Asl 10 (Santa Maria Nuova, Torregalli, Ponte a Niccheri e Mugello), così come nei tre hospice dedicati ai pazienti terminali (San Felice a Ema, San Giovanni di Dio e Oblate), vi è la possibilità di ricevere e avere il conforto del proprio cane o del proprio gatto.