di Michela Casiere – scenografa e pittrice presso Ostrolab e assistente personale di Dario Fo
Ciao Dario,
questa volta non sarai tu a dettarmi la sceneggiatura.
Proverò a strutturare una serie di ringraziamenti, senza però argomentarli altrimenti facciamo notte.
Se mi viene bene vorrei raccontare di quando siamo andati a Genova, ricordi? Avevi a cuore che il teatro Archivolto non chiudesse, gli hai fatto dono di un bozzetto che gentilmente mi hai chiesto di ingrandire “duemetripertre” sulla parete dell’ingresso: “Se vi va proprio male potete rivenderlo e tirare su dei soldi necessari per il teatro!”. Quanto ti ho ringraziato di avermi messa nelle condizioni di dipingere con 40 fotografi che scattavano, una squadra di allievi dell’Accademia pietrificati dalla tua persona, (dovevano aiutarmi, ma in realtà si sono trasformati in spettatori per il terrore di sbagliare!) in sole due ore?
Non solo, successivamente mi hai permesso di entrare nel carcere Marassi, due professori, uno di storia dell’arte e uno di letteratura, avevano combattuto affinché il braccio del 41 avesse un laboratorio di serigrafia, siamo entrati e tu hai disegnato per i detenuti una donna intitolata “Libertà per favore” da stampare, non contento il giorno dopo mi hai portato in teatro per assisterti durante una replica di “Mistero buffo”. Ti ho adorato quando a mezzogiorno, appena entrati in palcoscenico per il tuo sopralluogo di routine mi hai chiesto: “Hai presente quel quadro che abbiamo lasciato nel teatro Archivolto?” “Sì Dario!” “Mi piacerebbe averne una copia più grande da usare come fondale per lo spettacolo di stasera!”
Chiaramente alle 18.00 avevi il tuo fondale ridipinto e la tua assistente ancora viva.
Ti ringrazio per avermi insegnato chi sono, perché sono e dove voglio andare.
Ciao Dario, a presto, chiaramente mi ci vorrà ancora un po’!
Abbraccia Franca da parte mia.
Michela detta MAICOL