Probabilmente non tutti sono consapevoli del fatto che uno smartphone sia un oggetto quasi totalmente riciclabile, mentre la maggioranza saprà benissimo come esso non vada buttato nella normale pattumiera di casa ma smaltito correttamente. Si tratta infatti di materiale estremamente inquinante, il che però non significa che da questo dato di fatto non possano nascere realtà virtuose. È ciò che fa da circa tre anni l’organizzazione olandese Closing the Loop, che rappresenta un modello a cui ispirarsi che parte dal riciclo, passa per l’economia circolare e chiude la buona prassi con la lotta agli sprechi.
L’Organizzazione opera prevalentemente nei Paesi più poveri del Pianeta, in modo particolare in Asia e in Africa, e acquista dalle discariche delle città e delle periferie più degradate, milioni di telefoni cellulari e smartphone, dando in questo modo un concreto aiuto all’economia dei luoghi in cui si trova a lavorare. Successivamente, trasporta il carico tra Olanda e Belgio dove tonnellate di rifiuti elettronici vengono lavorati attraverso una tecnologia altamente innovativa per essere trasformati in moderni impianti industriali non inquinanti.
Questo tipo di economia circolare non va sottovalutata per la sua estrema efficacia. In primo luogo si tratta di un’attività molto redditizia, ma certamente è il complesso che stupisce. Siamo infatti purtroppo sempre più consapevoli come i popoli asiatici e africani siano diventati, nel corso del tempo, una sorta di discarica degli scarti prodotti dall’Occidente. Pertanto, l’attività svolta da Closing the Loop è da segnalare anche per questa ragione. Certamente non può, da sola, essere in grado di risolvere questo tipo di problematica, ma si pone certamente come esempio e buona prassi a cui ispirarsi. Inoltre, trasformare un oggetto estremamente nocivo per la salute del Pianeta in un impianto che produca energia pulita sembra quasi magia. Invece è ingegno, misto a consapevolezza e responsabilità, buon senso degli affari, solidarietà.