Con un ulteriore crollo del 35% degli acquisti nel 2015 i consumi di pane degli italiani si sono praticamente dimezzati negli ultimi 10 anni raggiungendo il minimo storico. È quanto risulta da un’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia il record negativo con appena 85 grammi a testa al giorno per persona nell’anno 2015.
Andando nello specifico, con il taglio dei consumi si è verificata una svolta anche nelle abitudini a tavola degli italiani ed è cresciuto l’interesse per il pane biologico e, inoltre, con l’aumento dei disturbi dell’alimentazione, sono nati nuovi prodotti senza glutine e a base di cereali alternativi al frumento, come ad esempio kamut e farro.
Pertanto, sono sempre più gradite le varianti salutistiche e ad alto valore nutrizionale a lunga lievitazione, senza grassi, con poco sale, integrale, a km 0 come il pane realizzato direttamente dai produttori agricoli anche con tipi di grano locali spesso di varietà salvate dall’estinzione. Nello specifico, a essere preferito, anche se il consumo è in costante calo, continua a essere il pane artigianale che costituisce l’88% del mercato, ma cambia la pezzatura piu’ gettonata che scende del 50% nei dieci anni, da 1,5 chili a un solo chilo. A crescere sono, invece, il pane congelato e i prodotti sostitutivi del pane come grissini, crackers, pani morbidi, per i quali Databank ha stimato una crescita dell’1,2% nel 2015, mettendo a rischio anche il futuro di figure professionali storiche dell’artigianato italiano come i fornai.
Il calo ha avuto un’accelerazione negli ultimi anni con il consumo di pane che nel 2010 era di 120 grammi a testa al giorno, nel 2000 di 180 grammi, nel 1990 a 197 grammi e nel 1980 attorno agli 230 grammi, che sono valori molto lontani da quelli dell’Unità d’Italia nel 1861 in cui si consumavano circa 1,1 chili di pane a persona al giorno.
Inoltre, secondo l’indagine, il pane ha perso perfino il privilegio della quotidianità con quasi la metà degli italiani (46%) che mangia il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente e positiva tendenza a limitare gli sprechi. Si registra anche un ritorno al passato con più di 16 milioni di italiani che, almeno qualche volta, preparano il pane in casa.