Resta ancora tanta strada da fare nella lotta alla corruzione in Italia. Lo conferma l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International che annualmente misura la corruzione nel settore pubblico e politico di 176 Paesi nel Mondo. La ventiduesima edizione dell’indagine vede l’Italia al 60° posto nel mondo, con un lieve miglioramento rispetto all’anno precedente. Il voto assegnato è di 47 su 100, 3 punti in più. In Europa, purtroppo, siamo ancora nella zona bassa della classifica, seguiti solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69° e 75° posto della classifica mondiale. Ma non dimentichiamo che nel 2012, anno dell’approvazione della Legge Severino, l’Italia era al 72° posto. A guidare la classifica ancora una volta Danimarca e Nuova Zelanda, seguite da Finlandia e Svezia.
A margine della presentazione dei risultati di Trasparency, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione, ha affermato che “il segnale dell’Italia è a doppia faccia: non siamo più ultimi in Europa, siamo terz’ultimi, sempre in zona retrocessione e l’obiettivo è quello di salire. Credo che ci sono Stati in Europa che sono davanti a noi che hanno tassi di corruzione anche maggiori”. Tuttavia “in un paese che si impegna a combattere la corruzione è più facile che se ne parli e quindi la gente lo sente maggiormente presente”. Ma, per mettere in campo un’azione efficace di contrasto alla corruzione, ribadisce Cantone, “è necessaria e fondamentale la partecipazione dell’associazionismo”.
Per questa ragione, in occasione della presentazione dell’indagine, il Presidente di Transparency International Italia, Virginio Carnevali e il Presidente di A.N.AC., Raffaele Cantone hanno firmato un importante protocollo d’intesa in materia di gestione delle segnalazioni di illeciti da parte di dipendenti pubblici. In attesa della legge sulla protezione dei whistleblower, il protocollo cerca di definire le più opportune modalità di collaborazione nella gestione delle segnalazioni degli illeciti che giungono al team di Allerta Anticorruzione di Transparency International (ALAC).
“Riceviamo una quantità enorme di esposti anonimi e bisogna essere cauti: vanno usati come extrema ratio. Se si traducessero in esposti con le firme, sarebbero uno strumento utile”, ha sostenuto Cantone. Gli ha fatto eco Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, sostenendo che “il tema della tutela dei cosiddetti whistleblower, cioè di coloro che decidono di segnalare un caso di corruzione di cui vengono a conoscenza, è ritenuto fondamentale da Transparency International Italia, che da anni sta spingendo per l’approvazione di una norma che garantisca loro tutele e protezioni efficaci”.
Di seguito il testo integrale del protocollo d’intesa.
ACCORDO DI ESECUZIONE DEL PROTOCOLLO D’INTESA SIGLATO IN DATA 27 GENNAIO 2016 TRA L’AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE E TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA IN MATERIA DI GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI DI ILLECITI DA PARTE DI DIPENDENTI PUBBLICI
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (di seguito, ANAC), nella persona del suo Presidente Dottor Raffaele Cantone, e l’Associazione Transparency International Italia (di seguito, TI-It) – organizzazione non governativa contro la corruzione, nella persona del suo Presidente Virginio Carnevali, e in seguito denominate congiuntamente “Le Parti”,
CONSIDERATO che – in attuazione dell’articolo 6 della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, ratificata ai sensi della legge 3 agosto 2009, n. 116, e degli articoli 20 e 21 della Convenzione penale sulla corruzione, ratificata ai sensi della legge 28 giugno 2012, n. 110 – la legge 6 novembre 2012, n. 190 ha individuato, in ambito nazionale, l’Autorità Nazionale Anticorruzione e gli altri organi incaricati di svolgere, con modalità tali da assicurare azione coordinata, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione;
VISTO l’articolo 19, comma 2, del decreto legge 24 giugno 2014 n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, che ha ridefinito le funzioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione stabilendo, tra l’altro, al comma 2, che sono trasferiti alla medesima Autorità anche “i compiti e le funzioni svolti all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture” di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163;
CONSIDERATO che l’ANAC considera la diffusione della cultura della legalità nella società civile, la promozione di comportamenti virtuosi e la sensibilizzazione su quanto la corruzione incida sulla vita economico-politica del Paese, oltre che sulla vita quotidiana dei cittadini e sul futuro delle giovani generazioni, i primari antidoti al fenomeno corruttivo;
CONSIDERATO che l’ANAC ha, pertanto, interesse al coinvolgimento di soggetti privati competenti in materia e di consolidata esperienza, attivi sul territorio, in quanto soggetti intermedi più vicini alla cittadinanza e dunque in grado di contribuire efficacemente a diffondere la cultura della legalità nonché corrette informazioni circa gli strumenti istituzionali a disposizione dei cittadini;
CONSIDERATO che Transparency International è impegnata a contrastare la corruzione e a promuovere trasparenza e integrità in tutto il mondo dal 1993 e in Italia dal 1996 attraverso TiIt, il suo Capitolo Nazionale ufficiale;
CONSIDERATO che una delle più rilevanti attività di Transparency International è l’apertura, in diversi Paesi del mondo, di centri per la raccolta di segnalazioni di corruzione e per l’aiuto ai cittadini testimoni o vittime del reato e che tali centri sono stati denominati in tutto il mondo ALAC (Advocacy and Legal Advice Centre);
CONSIDERATO che TI-It ha aperto ad ottobre 2014 il servizio Allerta Anticorruzione – ALAC attraverso cui raccoglie segnalazioni di corruzione da tutti i cittadini vittime o testimoni del fenomeno e che il team di Allerta Anticorruzione gestisce le segnalazioni garantendo la massima tutela e riservatezza ai segnalanti, cercando allo stesso tempo di far venire alla luce gli eventuali illeciti o i comportamenti scorretti a danno della collettività;
VISTO il protocollo d’intesa tra l’ANAC e TI-It, firmato a Roma il 27 gennaio 2016, finalizzato a stabilire un rapporto di collaborazione tra le Parti per promuovere iniziative sui temi della trasparenza, dell’integrità e della lotta alla corruzione;
RITENUTO opportuno disciplinare, nell’ambito della collaborazione prevista dal citato protocollo d’intesa, le specifiche modalità di collaborazione per quanto riguarda le segnalazioni di illeciti,
convengono quanto segue.
ARTICOLO 1 OBIETTIVO
Il presente Accordo di esecuzione mira a stabilire le modalità di collaborazione nella gestione delle segnalazioni di illeciti pervenute al team di Allerta Anticorruzione – ALAC di TI-It da parte di segnalanti non anonimi che siano dipendenti pubblici e che segnalino illeciti nella pubblica amministrazione, nonché nel supporto prestato dal team di Allerta Anticorruzione – ALAC al segnalante nel caso in cui decidesse di inviare la segnalazione all’ANAC.
ARTICOLO 2 MODALITA’ DI COOPERAZIONE
In caso di ricezione di segnalazioni non anonime da parte di dipendenti pubblici con riferimento a illeciti nella pubblica amministrazione, il team di Allerta Anticorruzione – ALAC informerà il segnalante:
- sulle tutele previste per legge a favore dei dipendenti pubblici che segnalino irregolarità all’interno dell’ente per cui lavorano e sugli obblighi di legge previsti;
- sui canali a cui può inoltrare la segnalazione (Responsabile della prevenzione della corruzione interno alla pubblica amministrazione a cui appartiene, ANAC, Corte dei Conti, Procura), sul percorso che seguirà la segnalazione a seconda del canale prescelto e sulle relative possibili conseguenze in termini di tutela dell’anonimato.
Nei casi in cui il segnalante decida di rivolgersi ad ANAC per inoltrare la segnalazione, il team di Allerta Anticorruzione – ALAC offrirà gratuitamente il proprio supporto per:
- circostanziare in maniera precisa e dettagliata la segnalazione e raccogliere i documenti ritenuti utili per una migliore comprensione dei fatti segnalati;
- sintetizzare la segnalazione in modo che risultino di immediata comprensione gli autori e la natura dell’illecito o del comportamento scorretto da portare all’attenzione dell’ANAC, nonché gli eventuali dati a supporto di quanto indicato nella segnalazione.
Definito il testo della segnalazione e gli eventuali documenti da allegare, il segnalante invierà in piena autonomia ad ANAC la segnalazione secondo le modalità stabilite dall’Autorità, indicando il supporto ricevuto da TI-It, che non condurrà alcuna ulteriore attività sul contenuto della segnalazione.
Nei limiti della legge e dei regolamenti interni dell’Autorità, ANAC informerà TI-It sull’andamento delle segnalazioni ricevute a seguito dell’attività di supporto del team Allerta Anticorruzione – ALAC. Nei casi in cui tali segnalazioni si rivelino utili nel portare alla luce reati o comportamenti irregolari, l’Autorità si impegna a rendere nota la collaborazione ricevuta da TI- It e il suo supporto prestato al segnalante.
ARTICOLO 3 REFERENTI
Le parti designano ciascuna un referente per l’esecuzione del presente accordo. I referenti designati dalle parti sono:
- per l’ANAC: Prof.ssa Nicoletta Parisi;
- per TI-It Davide Del Monte.
Ciascuna parte si riserva il diritto di sostituire i propri referenti, dandone tempestiva comunicazione alla controparte.
ARTICOLO 4 DURATA E ONERI
Il presente protocollo entra in vigore il giorno successivo alla data della sua sottoscrizione, ha durata di due anni e ogni eventuale rinnovo deve essere concordato in forma scritta dalle Parti. Ciascuna Parte può recedere dal presente Protocollo, dandone preavviso scritto di almeno 60 giorni all’altra Parte. Resta esclusa qualsiasi reciproca pretesa a titolo di indennizzo e/o risarcimento a causa di tale recesso.
Il presente Protocollo d’Intesa non crea o implica alcun obbligo di natura finanziaria.
ARTICOLO 5 PROPRIETA’ E UTILIZZO
Salvo quanto disposto dalla legge in materia di diritto d’autore e proprietà industriale e fermo restando il diritto morale degli inventori ad essere riconosciuti tali, il materiale, i progetti o altre creazioni intellettuali inventate, predisposte o realizzate con l’apporto congiunto delle Parti in occasione dell’esecuzione del presente accordo, sono in contitolarità delle Parti, in Italia e all’Estero.
Le Parti si impegnano a tutelare e promuovere l’immagine dell’iniziativa comune e la propria. In particolare, i loghi delle parti potranno essere utilizzati nell’ambito delle attività comuni oggetto del presente accordo. Il presente accordo non implica alcuna spendita del nome, e/o concessione e/o utilizzo del marchio e dell’identità visiva delle parti per fini commerciali, e/o pubblicitari. Tale utilizzo, straordinario e/o estraneo all’azione istituzionale, dovrà esser regolato da specifici accordi, approvati dagli organi competenti e compatibili con la tutela dell’immagine.
L’utilizzazione dei loghi, straordinaria o estranea all’azione istituzionale corrispondente all’oggetto del presente accordo, richiederà il consenso della Parte interessata, nel rispetto delle relative procedure interne.
ARTICOLO 6 RISERVATEZZA E TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Il trattamento dei dati personali da parte delle parti per il perseguimento delle finalità del presente accordo di collaborazione è effettuato in conformità ai principi di liceità, proporzionalità, necessità e indispensabilità del trattamento, ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, nonché, con riferimento alle misure minime di sicurezza da adottare, in conformità a quanto previsto nell’Allegato B del citato decreto legislativo n. 196 del 2003.
ARTICOLO 7 CONTROVERSIE
In caso di controversia nell’interpretazione o esecuzione del presente accordo, la questione verrà in prima istanza definita in via amichevole. Qualora non fosse possibile, il foro competente sarà quello di Roma.
ARTICOLO 8 COMUNICAZIONI
Tutte le comunicazioni fra le Parti devono essere inviate, salva diversa espressa previsione, per iscritto ai rispettivi indirizzi di posta elettronica, qui di seguito precisati:
per l’ANAC: protocollo@pec.anticorruzione.it;
per TI-It: alac@transparency.it.
Roma, lì 25 gennaio 2017
IL PRESIDENTE DELL’AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE
Raffaele Cantone
IL PRESIDENTE DI TRANSAPRENCY INTERNATIONAL ITALIA
Virginio Carnevali