Durante la conferenza internazionale “Includere la disabilità nella Cooperazione allo sviluppo: esperienze di collaborazione tra Governi, Ong e Organizzazioni di persone con disabilità”, promossa dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) della Farnesina e dalla Rete Italiana Disabilità e Sviluppo (RIDS), che si è svolta pochi giorni fa a Roma, è emersa la necessità di rafforzare l’alleanza tra le Organizzazioni delle persone con disabilità, Ong e istituzioni per promuovere l’inclusione della disabilità nei programmi di cooperazione.Si stima, infatti, che circa un miliardo, ossia il 15% della popolazione mondiale, sono le persone che a diverso titolo e in momenti diversi della propria vita sono colpite da una forma di disabilità. Ma politiche, risorse, e approcci risultano ancora carenti per far fronte a una tale ampia realtà.
Il convegno ha messo a confronto gli orientamenti di Italia, Germania, Spagna, Finlandia e Unione Europea e le relative esperienze. Ne è emerso un ruolo d’avanguardia della cooperazione italiana nel pianificare indirizzi di politica di cooperazione con il lancio delle Linee guida seguite dal Piano d’azione del 2013. Nel corso della conferenza è stata presentata una sintesi della mappatura delle 58 iniziative della Cooperazione italiana nel periodo 2009-2014 e frutto della collaborazione tra il Ministero e la Rete italiana disabilità e sviluppo.
Inoltre, dalle differenti esperienze in campo internazionale è comparsa l’esigenza di un coinvolgimento sempre più stretto delle organizzazioni delle persone con disabilità, che hanno rivendicato il proprio ruolo.
Al dibattito sono intervenute anche tutte le organizzazioni costitutive della RIDS: EducAid, AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), DPI Italia Onlus (Disabled People’s International) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Alla base della partecipazione della conferenza c’è la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall’Onu nel 2006. Nelle relazioni delle organizzazioni di persone con disabilità è affiorata la distanza che ancora separa i diritti affermati dalla Convenzione e la realtà. In particolare risulta il ritardo nel caso delle emergenze, come le catastrofi naturali o le guerre.