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Così le galline cambiano la vita a Cascina Massetta

Accade a Cascina Massetta, vicino Torino: tre persone intelligenti e 800 galline, altrettanto ben disposte, insieme, hanno costruito una corazzata contro discriminazioni di ogni genere e specie creando opportunità. Diciamo pure specie dal momento che spesso, e in maniera inopportuna, tante persone si sono sentite apostrofare con l’appellativo di “cervello di gallina” col quale si offendevano sia i bipedi animali che quelli umani.

Fatta questa doverosa premessa, veniamo alla storia, vera, che si svolge a Cascina Massetta, alle porte di Santena, nel torinese. Adrian, ingegnere di 58 anni, a un certo momento della vita – capita a molti – ha deciso di abbandonare il suo mestiere e dedicarsi all’agricoltura sociale. Nuova sfida, nuove motivazioni, la convinzione che l’agricoltura potesse essere strumento di dignità restituita a chi l’ha smarrita, opportunità per coloro che non hanno occupazione, forma di aggregazione sociale e lotta all’isolamento. Convinzioni che hanno favorito l’incontro con Bruno – il decano della cascina dove vive questo fantastico laboratorio – e il giovane Abramo che corre ad aiutare ogni volta che può.

Tre persone che nell’arco di un anno e mezzo hanno dato ospitalità a ex detenuti, disoccupati, persone che non avevano nulla, come riferisce Paolo Guerci, coordinatore del progetto Agritorino. E scusate se è poco, sia in senso assoluto e a maggior ragione in tempi come questi.

Il collante di questa bella storia sono loro, le galline. Non quelle che troppe volte abbiamo visto soffrire negli allevamenti senza la possibilità di compiere una semplice rotazione su loro stesse, ma ben 800 felicissimi esemplari di ovaiole che scorrazzano libere su un prato di 1000 metri quadri. Galline felici e redditizie perché qui nessuno ha comprato niente dal momento che i fondi non c’erano. C’era invece l’ingegno che ha permesso ai tre protagonisti di questa storia di averle in “soccida”, cioè concesse dal proprietario in gestione ottenendo in cambio una quota delle uova. Intelligente, no? Un uovo tira l’altro ed eccoti la gallina che produrrà altre uova per un circolo virtuoso e vincente da ogni punto di vista. «L’idea di avere le galline è stata dettata dall’economia: vanno a reddito in fretta, hanno bisogno di meno spazio rispetto ad altri animali e di tecniche di allevamento più veloci», racconta un entusiasta Guerci.

Impossibile dargli torto: le galline sono facili da gestire e chiunque può imparare ad occuparsene in breve ricavandone qualche utile. Chi lavora in questa magnifica cascina, per un mese, due, o qualche settimana, raccoglie uova, le pulisce e ne ricava dei soldi. Le stesse uova poi vengono vendute o in maniera diretta o attraverso una rete di gruppo di acquisto solidale.

Tutto questo è già tantissimo ma a quanto pare la Cascina Massetta non è ancora soddisfatta e il chiaro intento è quello di dare dignità e lavoro a un maggior numero di persone, ragion per cui serviranno nuove attività. Però le idee già ci sono, come spiega Guerci: «Se metto giù un campo di piante officinali do lavoro a una persona e mezza; poi c’è l’idea dell’asparagiaia, altre due persone, ma servono dei soldi, perché le piantine di asparago costano 2,5 euro l’una». Aggiunge anche che ci sarebbero da sistemare alcuni luoghi della cascina, in primis le stanze dove vengono accolti i lavoratori. Bene, siccome siamo un giornale e crediamo profondamente nella bellezza e nell’utilità di questo progetto, ci rivolgiamo alle aziende  della zona del torinese: forse qualcuno è disposto ad aiutare? Noi siamo convinti di sì.

 

Published by
Milena Pennese