Sono 15 i progetti che accederanno alla seconda fase del bando Culturability (leggi l’articolo), l’iniziativa promossa dalla Fondazione Unipolis per sostenere con 400 mila euro iniziative culturali ad alto impatto sociale volte a ridare vita a spazi, edifici ed ex siti industriali abbandonati.
I finalisti sono stati ammessi al percorso di supporto e accompagnamento, per migliorare e sviluppare le proposte che darà ai partecipanti un’occasione di crescita e formazione. I team seguiranno workshop, avranno assistenza individuale e momenti di revisione critica dei progetti che poi dovranno essere rivisti e inviati nuovamente a Unipolis entro il 3 agosto.
La fase finale è prevista per il mese di settembre, quando saranno premiati 5 progetti con 50 mila euro e con l’attività di mentoring che sarà seguita da Avanzi/Make a Cube³ e Fondazione Fitzcarraldo, e 2 con menzioni speciali da 10 mila euro ognuna. Ma già aver superato la prima selezione emergendo tra 429 proposte è un ottimo risultato. Per questo vale la pena soffermarsi a capire quali siano le 15 proposte progettuali, di cui oltre la metà provenienti da Sud e Isole.
Si parte dalla Liguria, con il progetto “Lo spazio del tempo” che vuole dare nuova vita e trasformare in un luogo di promozione culturale il sito archeologico vicino ai Giardini Luzzati di Genova attraverso pannelli e ricostruzioni a terra dell’anfiteatro, visite guidate, laboratori didattici e incontri. Inoltre ogni anno 15 giovani artisti e 5 giovani archeologi-studenti universitari lavoreranno per creare un percorso di archeologia narrativa sul sito.
Arriva dall’Abruzzo, e in particolare da Penne, il progetto “Ariston in Action” che nasce con l’obiettivo di realizzare uno spazio di aggregazione sociale e culturale nell’incantevole comune colpito sia dal terremoto dell’Aquila del 2009 che da quello di Amatrice del 2016, all’interno dello storico cinema cittadino chiuso dal 1990.
Si prosegue con “BooqSurf”, una biblioteca accessibile nel quartiere della Kalsa di Palermo che si ispira ai principi di biblioteca sociale degli “Idea store” britannici. Sarà realizzata in uno spazio di 177 metri quadri del Comune rimasto inutilizzato per anni: il progetto prevede anche la creazione di una biblioteca.
“Comunità CulturAles” è, invece, un progetto di educazione informale nella casa natale di Antonio Gramsci ad Ales, in provincia di Oristano in cui tutti potranno sperimentarsi come “docenti non convenzionali”. Fare da docente consentirà di accumulare crediti spendibili per seguire altri corsi come allievo.
Arriva da Milano, invece, “Cose mai viste”, il progetto delle associazioni Asnada e Nuovo Armenia che vuole trasformare l’ex stalla di Villa Hanau in un luogo di incontro, cultura e socializzazione attraverso il cinema, la ristorazione e la pedagogia.
Approdiamo invece in Sicilia, a Mazara del Vallo, per conoscere “Evocava – Museo evocativo delle cave”, il progetto della Cooperativa Officina Periferica per il recupero delle cave del paese con la realizzazione di servizi di foresteria, coworking, ristoro, attività culturali e artistiche.
L’obiettivo di recuperare l’ex colonia campestre del Comune di Sassari e l’asilo ottocentesco sono invece all’origine del progetto “Ex-Col” i cui promotori sognano di creare un community hub con cinema, laboratori culturali, mostre, proiezioni, dibattiti, ristoro.
Tra i quindici finalisti anche il progetto “FaRo – Fabbrica dei saperi a Rosarno” attrvaerso il quale si vuole riattivare e trasformare la mediateca “Foberti” di Rosarno da luogo di consultazione di libri in centro di formazione, produzione e accesso a cultura e informazione.
E’ ambientato a Nappoli, poi, “L’asilo”, ex sede del Forum delle Culture di Napoli, uno spazio in cui si sta sperimentando la gestione condivisa di un luogo pubblico dedicato alla cultura. Riattivato e rifunzionalizzato grazie ad artisti, attivisti e ricercatori, è stato restituito alla comunità e intende diventare un luogo di produzione artistica, culturale e di iniziative sociali.
“Lottozero/textile laboratories” mira al recupero di un vecchio magazzino abbandonato nel quartiere di Prato noto come Macrolottozero, caratterizzato da fenomeni di marginalità sociale e degrado edilizio a causa della dismissione di molti edifici industriali. Si sta lavorando per aprire in questo spazio il primo hub creativo italiano dedicato all’arte e al design tessile, non a caso in un contesto locale in cui è fondamentale poter connettere giovani creativi, artigiani, artisti e designer con il patrimonio manifatturiero e culturale che la città può offrire.
E’ ambientata a Monselice (Padova) “Mapping in progress – Geografie del desiderio” l’iniziativa che vuole restituire ai cittadini un bene storico di proprietà comunale, Villa Pisani, ristrutturata nel 2013 e aperta solo saltuariamente per mostre temporanee. L’idea è quella di far rivivere gli spazi con visite guidate, mostre, rassegna di cinema e teatro, laboratori.
“Met – Meticceria Extrartistica Trasversale” dell’associazione Cantieri Meticci di Bologna, che si pone l’obiettivo di dar vita, in uno spazio integrante di un supermercato, a una sede laboratori artistici per sperimentare nuove pratiche di incontro e socialità tra cittadini, migranti e arte. All’interno di “Met” ci sarà spazio anche per la formazione professionale con l’Accademia di arti e mestieri che promuoverà corsi di scenografia, teatro sociale, sartoria, gastronomia artistica, videomaking, light and sound design, per valorizzare e trasformare in occupazione le competenze di richiedenti asilo e rifugiati.
Dal Nord al Sud, arriviamo a Catania con “#RifugioBoggioLera” una proposta che ruota intorno al recupero di un rifugio antiaereo localizzato nel cortile del Liceo Scientifico Boogio Lera e alla sua trasformazione in un museo delle memorie urbane.
“Shuffle Screening”, invece, punta a capovolgere le logiche di fruizione e produzione di contenuti audio e video con una forte attenzione all’accessibilità: centro del progetto è il nascente Toc-centre situato nella Torre dell’Orologio di Copertino in cui saranno organizzate lectures, workshop, installazioni lavorando su audience development e nuove modalità di consumo culturale senza dimenticare le esigenze delle persone disabili.
Ultimo, ma solo in ordine alfabetico, è “Spazio Faber”. Si tratta di un hub culturale dedicato alla figura di Fabrizio De Andrè e alla scuola genovese dei cantautori: al suo interno sarà allestita la mostra sul cantautore attualmente chiusa da 10 anni nei fondi di Palazzo Ducale e una radio in vetrina che farà da amplificatore per gli eventi che verranno organizzati.